Stellantis in calo: pesa la crisi dei semiconduttori

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Stellantis in calo: pesa la crisi dei semiconduttori

Secondo il report Fim su Stellantis nel 3° trimestre 2022 la produzione cala ancora del 2,4% sul 2021. Uliano: “Senza un piano per la transizione industriale dell’auto si rischiano licenziamenti e desertificazione industriale”

Il 2022 potrebbe prefigurarsi come il quinto anno consecutivo di flessione delle produzioni Stellantis in Italia. La previsione è dalla Fim Cisl che ieri ha illustrato nella sede Cisl di Torino i dati relativi alla produzione del Gruppo nel terzo trimestre dell’anno. Secondo i numeri elaborati dai metalmeccanici Cisl si rischia di scendere, a fine 2022, sotto le 650mila unità (-37% rispetto al 2017) tra auto e veicoli commerciali, con una produzione auto appena sopra le 410mila unità (circa -40% sempre rispetto a 5 anni fa).
La situazione sarebbe completamente opposta se non ci fossero stati gli stop produttivi per la mancanza di semiconduttori. La Fim nazionale ha stimato che nel 2022 si perderanno circa 200mila vetture rispetto alle potenzialità produttive generate dagli ordini acquisiti. Inoltre, nei primi mesi dell’anno si sono persi 540 turni di lavoro, pari a 235 giorni lavorativi. È come se uno stabilimento del gruppo Stellantis si fosse completamento fermato.
Ritorna, quindi, con prepotenza il tema delle forniture delle materie prime, dei semiconduttori e dell’avvicinamento della catena del lavoro che il governo italiano deve affrontare in maniera strategica anche in ambito europeo anche perché la guerra in Ucraina, lo stop alle forniture del gas russo, la ridefinizione dei flussi nei diversi mercati, possono solo peggiorare ulteriormente il problema del reperimento e del costo delle materie prime.
“Abbiamo denunciato questa situazione, drammatica per il settore – ha detto il segretario nazionale Fim, Ferdinando Uliano, illustrando a Torino il report della sua federazione – più volte a livello ministeriale, a partire dal tavolo dell’automotive presso il Mise e lo faremo non appena verremo convocati dal nuovo Governo. Le nostre preoccupazioni riguardano i lavoratori che sono pesantemente colpiti sul piano del reddito e dell’occupazione. Nel settore dell’automotive non si era mai determinata una situazione di questa portata: le case automobilistiche non riescono materialmente a soddisfare gli ordini già acquisiti”.
La produzione di Stellantis fa segnare nel terzo trimestre 2022 un -2,4% rispetto al 2021. Nei nove mesi del 2022 sono state prodotte, tra autovetture e furgoni commerciali, 515.380 unità contro le 528.108 del 2021. La produzione di autovetture, pari a 363.380, segna una crescita +14,1%, mentre quello relativo ai veicoli commerciali segna una pesante riduzione del -27,5% in termini di volumi pari a -57.573 veicoli commerciali, con un totale produzione di 152mila unità.
Le situazioni di perdita dei volumi si riscontrano soprattutto nei due stabilimenti di Melfi (-3,2%) e Sevel (-27,5%). Negli altri plant produttivi dell’auto si riscontra invece un dato positivo rispetto al 2021, in gran parte determinato dai più recenti lanci produttivi. Continua la crescita di volumi della 500e a Mirafiori, mentre l’entrata in produzione della Maserati Grecale e dell’Alfa Romeo Tonale danno spinta alla produzione di Cassino e Pomigliano D’Arco. Prosegue l’andamento positivo dello stabilimento di Modena con la Maserati MC20.
Il polo produttivo di Torino fa segnare da solo il 29,6% in più rispetto al 2021, con 70.340 unità rispetto alle 54.290. Il peso maggiore della crescita continua ad essere determinato dalla produzione della 500 bev. L’attuale andamento fa prefigurare un 2022 con oltre 70.000 Fiat 500e prodotte che rappresentano anche l’80% dell’intera produzione del polo torinese.
“La Crisi di governo – ha concluso il segretario nazionale Fim Fedinando Uliano – ci ha fatto perdere altri 4 mesi di tempo, per poter incidere sulle politiche di rilancio di uno dei settori più strategici della nostra industria. Restano tutte le incognite circa le intenzioni del futuro governo rispetto al settore dell’auto. Il nuovo esecutivo deve essere consapevole che senza un piano per la transizione industriale dell’auto si rischiano licenziamenti e desertificazione industriale”. (Da Conquiste del Lavoro di sabato 15 ottobre)
Rocco Zagaria

 

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