“Salute e sicurezza sul lavoro, unirsi in una battaglia comune”: il leader Cisl Sbarra all’Assemblea nazionale Cisl del 13 aprile a Roma

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“Salute e sicurezza sul lavoro, unirsi in una battaglia comune”: il leader Cisl Sbarra all’Assemblea nazionale Cisl del 13 aprile a Roma

“Istituzioni e società civile devono unirsi in una battaglia comune per porre fine ad una situazione che non è degna di un Paese civile e che offende i valori della nostra Costituzione. E in senso più ampio, per aprire una stagione di corresponsabilità sociale che permetta di fare passi decisivi rispetto a tutte le grandi sfide da cui dipendono la crescita e il futuro del Paese. Il momento per provare e per riuscire è questo, non un altro. La Cisl, come sempre, c’è e ci sarà. Autonoma. Intransigente. Libera! Per rappresentare milioni di lavoratori che vogliono rimboccarsi le maniche e costruire nel protagonismo un domani migliore per sé, per i nostri territori, per l’intero Paese”. Così il Segretario generale della Cisl Luigi Sbarra oggi a Roma chiudendo i lavori dell’Assemblea Nazionale dei delegati e delle delegate Cisl sulla salute e la sicurezza sul lavoro.

“Voglio ringraziare ogni delegata e delegato per quello che fate nelle fabbriche, nei cantieri, nelle aziende agricole, negli uffici pubblici e privati. Voglio dirvi grazie per ogni volta che non vi è stato detto dalla politica, dalle istituzioni, dalle stesse aziende in cui vi impegnate ogni giorno per tenere alta la guardia sul benessere e sulla sicurezza dei lavoratori” ha aggiunto il leader della Cisl sottolineando come “ogni volta che si verifica una tragedia sul lavoro il cordoglio è unanime, l’emozione è tanta e l’indignazione diffusa fa levare da ogni parte un coro di “mai più”. Dopo di che, tutto ripiomba in una generale indifferenza, tutto torna come prima. E lo scandalo delle morti sul lavoro non resta fissato come la priorità assoluta che dovrebbe essere. È proprio qui, allora, che stanno le ragioni della nostra mobilitazione e del nostro ritrovarci insieme oggi. Non bastano più le proteste nate su un’onda emotiva e lì destinate a rimanere – ha ribadito – . Non si può sperare di mettersi la coscienza a posto semplicemente con uno sciopero in più. Sono  indecenti e pericolosi i toni demagogici con cui altri vorrebbero darci lezioni di sindacato. Perché incendiano la temperatura sociale, arroventano e spezzano i rapporti tra persone nei luoghi di lavoro. Mettono lavoratori contro lavoratori. Portando dentro le fabbriche un clima che il nostro Paese ha già conosciuto”.

Qui c’è la rete che tiene insieme l’Italia! Che la unisce, intrecciando i fili di una coesione che parte dal lavoro dignitoso, sicuro, formato, protagonista e partecipe! Tutto questo siete voi! Voi i giovani, voi i volti, la fatica, la militanza e l’esperienza che dà speranza e futuro alla ripresa” -incalza dal palco ricordando che  “è per questo che ogni volta che un lavoratore muore, o si infortuna, o si ammala per cause professionali, la sconfitta riguarda tutto il Paese. Siamo qui a dire che va fermata la scia di sangue che attraversa ininterrotta i luoghi di lavoro che non possono essere trasformati in campi di battaglia. Siamo qui a chiedere, a pretendere, che dall’indignazione di un momento si passi alla piena consapevolezza, alla volontà di dare risposte concrete”.

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