Riordino del sistema sociosanitario: il webinar di Cisl, Fnp, Fp, Fisascat e Cisl Medici Piemonte

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Riordino del sistema sociosanitario: il webinar di Cisl, Fnp, Fp, Fisascat e Cisl Medici Piemonte

All’approfondimento sul nuovo welfare sociosanitario ha preso parte il segretario confederale Cisl Ignazio Ganga. “La sanità italiana  – ha detto Ganga – necessita di un’opera di ricostruzione da nord a sud”.

Si è discusso della piattaforma di Cgil Cisl Uil sul riordino del Sistema socio sanitario e in modo particolare di “Rilancio del welfare ” nel seminario online, promosso da Cisl-Fnp-Fp-Fisacat-Cisl Medici Piemonte, che si è svolto in videoconferenza sulla piattaforma Goo to meeting venerdì 11 dicembre. Hanno preso parte all’evento il segretario confederale Cisl, Ignazio Ganga, il segretario nazionale Fnp Cisl, Mimmo Di Matteo, il segretario generale Cisl Piemonte, Alessio Ferraris e i segretari regionali e territoriali di Cisl, Fnp, Fp, Fisascat e Cisl Medici regionali, Luca Caretti, Aldo Blandino, Olga Longo, Germano Giordano e Giorgio Bizzarri.

“Emergenza e prospettiva  – ha detto il segretario generale Cisl Piemonte, Alessio Ferraris, aprendo i lavori – non sono disgiunti. Ogni passo compiuto verso la territorialità e la domiciliarità del sistema socio-sanitario ci aiuterà nell’emergenza. I numeri della pandemia ci dicono che in regione non è stato fatto abbastanza. Per questo serve un nuovo ‘Patto per il Piemonte’ che ricomprenda il riordino della sanità, con la prospettiva territoriale e domiciliare, i progetti sul Recovery Fund e i temi del sociale”.

Per il segretario regionale, Cisl con delega alle Politiche Sociali, Luca Caretti: “Occorre guadare oltre l’emergenza per poter costruire un nuovo modello sociosanitario e avviare una riforma strutturale del sistema messo a dura prova dai tagli dell’ultimo decennio”. Caretti ha parlato anche delle proposte fatte pervenire in questi giorni ai sindacati dalla Regione Piemonte sul piano per il rafforzamento della medicina territoriale, con uno stanziamento aggiuntivo di 10 milioni di euro. “Rigettiamo la logica della contrapposizione  tra Regioni e Governo – ha aggiunto Caretti – perché una guerra di trincea su questi temi non ci porta da nessuna parte”.

E’ toccato poi al segretario confederale  Cisl Ignazio Ganga illustrare la piattaforma di Cgil Cisl Uil sul riordino del sistema sociosanitario che si compone di tre assi portanti e sette traiettorie. “Il documento – ha detto Ganga – recupera tutte le indicazioni fornite dalle federazioni dei Pensionati e del Pubblico Impiego e dei territori. La sanità italiana necessita di un’opera di ricostruzione da nord a sud. Per questo riteniamo insufficienti le risorse del Recovery Fund previste dal governo per la sanità e che ammontano a 9 miliardi di euro. Come debole appare anche il Fondo sanitario nazionale per le sfide che attendono la società italiana. Rischiamo di perdere un’occasione unica e importante per rilanciare il nostro sistema sanitario”. Nel capitolo Sanità del Recovery Fund sono previsti infatti 4,8 miliardi di euro per “Assistenza di prossimità e telemedicina” e altri 4,2 miliardi per progetti per Innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria. “Bisogna impegnarsi  – ha concluso Ganga – per far ripartire l’assistenza ordinaria alle persone. Il Covid rischia di impadronirsi di tutto, ma il paese è pieno di persone che hanno altre malattie, e che rischiano di essere trascurate”.

Per il segretario generale della Cisl Fp piemontese Aldo Blandino: “La pandemia ha colto la regione, in un a fase di transizione, impreparata dal punto vista politico e tecnico. Tante commissioni, tanti osservatori, ma pochi passi concreti. Mancano tra pubblico e privato circa 2mila infermieri e 1700 oss, oltre a 500 figure tecniche. Qualcosa, però, comincia a muoversi sul fronte degli organici. Il clima che si respira in questa seconda ondata è completamente diverso dal periodo marzo-aprile. C’è ostilità verso il personale sanitario e questo complica le cose”.

Il segretario nazionale Fnp, Mimmo Di Matteo ha invece sottolineato la necessità di rafforzare la sinergia e il gioco di squadra. Ha ricordato che la Fnp ha lanciato una petizione sul tema della non autosufficienza, invitando a firmarla e ricordando che si tratta di una battaglia di tutti, non solo degli anziani. “Le persone – ha evidenziato Di Matteo – devono tornare al centro e per questo è quanto mai sbagliata la terminologia aziendalistica usata attualmente che crea parole come ‘azienda ospedaliera’. Sulla non autosufficienza la lotta dei Pensionati va avanti senza sosta da 15 anni, anche con numerose manifestazioni all’attivo. Una Legge Quadro nazionale non può più essere rimandata. Ogni regione gestisce la questione a suo modo, con leggi proprie. E questo crea disparità e confusione”.

Sul capitolo Rsa nel corso del dibattito sono stati snocciolati alcuni dati. Ci sono 4600 case di riposo in Italia. La media dei posti letto è molto alta: 53 e 3 su 4 sono private. La mortalità per Covid sembra si sia assestata, nelle Rsa, al 29%. Olga Longo, segretaria della Fisascat Cisl Torino Canavese ha fatto il punto sulle Rsa piemontesi dove la maggior parte del lavoro di cura viene svolto dalle donne, alle prese con le problematiche di conciliazione tra vita e lavoro. Le Rsa oggi hanno il 25-30% di posti vuoti. Molte strutture hanno fatto ricorso agli ammortizzatori sociali. Un grande problema del sistema attuale è quello del minutaggio riservato agli ospiti delle strutture e regolato dalla DGR45.

“Esiste – ha osservato la segretaria della Fisascat Longo – un grande problema di dumping contrattuale nelle Rsa. Servirebbero regole precise che permettano l’accreditamento presso il Ssn soltanto alle strutture che applicano correttamente i contratti nazionali. Bisogna ridare dignità ai lavoratori. Chi si è accostato alle professioni sanitarie e assistenziali pensando di poter aiutare le altre persone, spesso si trova a correre senza sosta e senza avere il tempo per dedicare attenzioni agli altri”.

“Nessuno – ha sottolineato il segretario regionale della Cisl Medici Germano Giordano – si è mai assunto la responsabilità di dire ‘abbiamo sbagliato’. A nessun livello. Un altro errore è stato anche aver creduto per anni che l’ospedale fosse l’unico e il più importante presidio sanitario. Serve un protagonismo del territorio. Il Sindacato deve anche pretendere un miglioramento nella formazione del personale. Non sempre, anche a fronte di carenze formative, si è davvero fatto tutto il possibile per rallentare la diffusione del contagio. La telemedicina deve assolutamente essere implementata, per proiettarci meglio nella modernità e offrire nuove opportunità”.

Al dibattito è intervenuto anche il segretario generale della Fnp Cisl Torino-Canavese, Giorgio Bizzarri. “Sul tema del welfare – ha detto Bizzarri – si deve volare alto e si deve avere un atteggiamento rivoluzionario. Dobbiamo pretendere delle linee guida nazionali sulla sanità. Avere 21 sistemai regionali diversi non necessariamente deve essere un male, ma serve un maggior coordinamento. I 9 miliardi del Recovery Fund su 209 riservati alla sanità sono un vero schiaffo”.

Infine, sono arrivate le belle parole di Lorella, operatrice sociosanitaria. Parole che fanno riflettere. “È straziante vedere anziani che si mettono a piangere perché si sentono abbandonati e perché nessuno ha tempo per loro. Il dumping contrattuale è un problema reale. Nella mia struttura da un anno si adotta un contratto ‘pirata’ firmato da un sindacato diverso da Cgil Cisl Uil. Il risultato è che alcuni infermieri assunti recentemente hanno una retribuzione inferiore a quella degli oss assunti anni prima”.

Rocco Zagaria e Paolo Arnolfo

 

 

 

 

 

 

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