“Prossimità e garanzie per la sanità regionale”: l’intervento del segretario Cisl Piemonte Caretti sul Corriere della Sera Torino

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“Prossimità e garanzie per la sanità regionale”: l’intervento del segretario Cisl Piemonte Caretti sul Corriere della Sera Torino

Sono tanti, e sotto gli occhi di tutti, i problemi che attanagliano la sanità regionale. Si va dalla fuga dei medici dalle strutture pubbliche alla cronica carenza di personale, dal dramma delle liste di attesa al rischio sempre più concreto di smantellamento del sistema pubblico a favore di quello privato. Nella campagna elettorale per il rinnovo del governo regionale che, una volta ufficializzati i candidati, entrerà nel vivo, il tema della sanità sarà centrale. Dagli schieramenti politici in campo ci aspettiamo – su una questione così importante e cruciale per la vita dei cittadini piemontesi – non solo slogan finalizzati ad allargare il consenso elettorale, ma proposte che tengano conto dei problemi e delle esigenze delle persone e delle attuali criticità. Il sistema sanitario regionale, basato in prevalenza sul vecchio modello ospedale-centrico, non riesce più a rispondere ai bisogni di una società in forte mutamento (si parla di “Inverno demografico”) e soprattutto alle nuove esigenze dei cittadini-pazienti. La crescita del numero di persone anziane e della presenza di malattie croniche richiedono un presidio territoriale in forme più articolate e intense di prima. Alle attività di eccellenza che si svolgono in molti ospedali devono essere affiancate azioni sul territorio in grado di tradursi nella presenza di più infermieri di famiglia e di comunità, nell’aumento di strumenti per la continuità assistenziale e in una più ampia disponibilità di servizi per l’assistenza domiciliare e la prevenzione.

Serve investire di più nella “prossimità” della cura, passando così dal sistema “ospedale-centrico” a uno nuovo, basato sulla “territorialità” e “domiciliarità”. Anche se le risorse destinate alla medicina territoriale risultano maggiori di quelle che finiscono alle strutture ospedaliere, la gran parte di esse è fagocitata dalla spesa farmaceutica e dalla residenzialità, senza alcun beneficio per i cittadini. Come è noto, alla sanità pubblica sono stati “sottratti” tra il 2010 e il 2020 oltre 37 miliardi di euro. Passata la paura del Covid, dove i finanziamenti sono risaliti, nuovi tagli alla spesa sanitaria potrebbero presentarsi già nel 2025, con effetti negativi su un sistema già in affanno. In un contesto complicato sul piano dei conti, va evidenziata la scelta, per noi positiva, della Giunta regionale di istituire il nuovo “Osservatorio Regionale per il personale sanitario” e di assumere 2 mila operatori, con l’auspicio che anche l’Osservatorio messo in campo per la Dirigenza medica dia presto i suoi risultati. A tal proposito, chiediamo che le risorse destinate alle assunzioni del comparto sanitario, per ora a carattere temporaneo, abbiano quanto prima la necessaria garanzia di continuità e copertura finanziaria. I soldi in sanità sono importanti, ma non è più sufficiente annunciare un aumento generalizzato di risorse a disposizione, senza il coraggio di provare, “sporcandosi le mani”, a costruire un nuovo modello di sanità pubblica regionale, con al centro la prossimità e la valorizzazione delle risorse umane.

Luca Caretti Segretario generale Cisl Piemonte

 

 

 

 

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