Lo sciopero nazionale della Logistica, del Trasporto merci e Spedizione

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Amazon Piemonte Lo sciopero nazionale della Logistica, del Trasporto merci e Spedizione

In Piemonte sono più di 60mila gli addetti della Logistica, Trasporto Merci e Spedizione di cui circa 30mila a Torino

Oggi,  lunedì 29 marzo sciopereranno per 24 ore le lavoratrici e i lavoratori delle imprese, in cui si applica il contratto nazionale della Logistica, Trasporto Merci e Spedizione. Lo sciopero sarà di 48 ore, quindi fino al 30 marzo, per il personale dipendente delle imprese di autotrasporto. Le organizzazioni sindacali Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti hanno dichiarato lo stato di agitazione dell’intero settore “in seguito alle richieste, non solo irricevibili ma addirittura mortificanti, delle associazioni datoriali nei confronti di un mondo del lavoro che tanto ha dato in questi tempi duri di pandemia per consentire la continuità delle attività delle imprese, i rifornimenti dei beni di prima necessità e di consumo a tutta la popolazione, anche a rischio della personale incolumità. Se non verranno rimosse dal tavolo del rinnovo contrattuale queste irricevibili e indiscutibili richieste, e se le controparti datoriali non manifesteranno le giuste intenzioni di procedere, nel più breve tempo possibile, a un accordo di rinnovo che premi l’intera categoria lavorativa del settore, con riconoscimenti in termini di diritti, di salario e di professionalità, questa sarà solo la prima delle azioni di contrasto alla miopia manifestata dalla rappresentanza imprenditoriale”.

In Piemonte sono più di 60mila gli addetti, di cui circa 30mila a Torino. “Ci aspettiamo, solo a Torino, un’adesione di circa 10-12mila persone che non si presenteranno sul luogo di lavoro – dice Raffaele Marino, Fit Cisl Piemonte -: sono tutte persone che durante il primo lockdown sono state preziosissime e sempre al lavoro, per garantire le forniture delle famiglie. E adesso, nell’ambito di un rinnovo di contratto nazionale, vengono prese a calci nel sedere. Invece il loro contribuito è stato prezioso come quello degli infermieri. Non devono essere considerati di serie B”.

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