Ex Ilva: insediato a Novi Ligure un tavolo permanente

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Ex Ilva: insediato a Novi Ligure un tavolo permanente

Regione, enti locali e sindacati in campo per salvaguardare un settore strategico dell’industria che in Piemonte conta oltre 3 mila posti di lavoro. Caretti (Cisl): “Non accettiamo piani B”

Il tavolo di crisi permanente sulla crisi dell’ex Ilva si è insediato pochi giorni fa a Novi Ligure, il comune alessandrino che ospita il più grande dei tre stabilimenti del gruppo in Piemonte. L’atto ufficiale è stato sancito da regione, enti locali e sindacati in un incontro che si è svolto al museo dei Campionissimi della città, alla presenza del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, dell‘assessore regionale al Lavoro Elena Chiorino, dei sindaci dei Comuni di Novi Ligure e Racconigi, Rocchino Muliere e Valerio Oderda, e dei segretari generali di Cgil e Cisl Piemonte, Giorgio Airaudo e Luca Caretti, accompagnati dai rappresentanti territoriali di Cgil Cisl Uil, delle federazioni Fim Fiom Uilm e delle rsu aziendali.
“Quella dell’Ilva – ha detto il presidente della Regione, Alberto Cirio, aprendo il vertice – è una crisi che non riguarda solo Taranto, ma è di portata nazionale e in Piemonte coinvolge 3 mila lavoratori, tra quelli diretti e quelli dell’indotto. Dobbiamo, quindi, tenere alta l’attenzione e lavorare insieme al governo per salvaguardare e rilanciare un settore strategico non solo per il nostro Paese, ma anche per questa regione. Per questo motivo abbiamo deciso di insediare a Novi Ligure un tavolo di crisi permanente che è già riconvocato per la prima settimana di marzo ed è pronto a riunirsi nel caso in cui ci siano sviluppi a livello nazionale”.
In questa settimana sarà invece convocato un tavolo tecnico in Regione per valutare le questioni relative agli ammortizzatori sociali. “Stiamo lavorando – ha aggiunto l’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino – per dare garanzie di sicurezza ai lavoratori con gli ammortizzatori, purché siano finalizzati al tempo necessario a lavorare allo sviluppo e al rilancio di tutta Ilva. Il territorio piemontese è in prima linea e pronto a fare la sua parte con tutte le misure che potremo mettere a disposizione”.
Nello stabilimento di Acciaierie d’Italia di Novi Ligure lavorano circa seicento persone, senza contare manutentori, autotrasportatori, addetti alle mense e alle pulizie. Dal 2019 ad oggi i dipendenti della fabbrica novese sono scesi di circa 130 unità, passando da 720 a 590: il 15% della forza lavoro. L’utilizzo della cassa integrazione è sempre più consistente. L’accordo sugli ammortizzatori sociali in fabbrica, sottoscritto da Fim e Fiom territoriali e in scadenza il prossimo 17 marzo, prevede la rotazione fino a un massimo di 155 lavoratori al giorno, con una media mensile per ogni lavoratore di circa 60 ore. Anche nella fabbrica di Racconigi, nel cuneese, che è il secondo sito piemontese della ex Ilva, i lavoratori sono scesi da 150 dipendenti del 2018 agli attuali 80. A Gattinara, in provincia di Vercelli, sono a rischio un centinaio i dipendenti della Sanac, controllata dalla ex Ilva, cui dedica circa il 75% della sua produzione”.
“I lavoratori degli stabilimenti piemontesi della ex Ilva – ha detto il segretario generale della Cisl Piemonte Luca Caretti, intervenendo all’incontro di Novi Ligure – stanno dimostrando grande senso di responsabilità in un momento molto delicato per l’azienda. Vogliono lavorare e produrre e non usufruire della cassa integrazione. In questa fase di grande incertezza per il futuro della ex Ilva, il gioco di squadra che si sta facendo tra istituzioni e sindacati locali deve servire a rimanere ben agganciati al tavolo nazionale aperto a Roma tra governo e sindacati. Non è ammessa, quindi, nessuna fuga in avanti verso progetti diversi o piani B sullo stabilimento di Novi Ligure. Bene quindi il tavolo di crisi permanente sulla ex Ilva inaugurato nella città alessandrina”. (da Conquiste del Lavoro del 13 febbraio 2024)
Rocco Zagaria

( 12 febbraio 2024 )

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