Webinar Inail: Piemonte al secondo posto in Italia per morti e infortuni da Covid

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Webinar Inail: Piemonte al secondo posto in Italia per morti e infortuni da Covid

I dati dell’Inail regionale presentati nel webinar:Riprogettare il lavoro nel post Covid’, con la partecipazione del segretario regionale Cisl Alessio Ferraris 

Dopo la Lombardia, il Piemonte è la regione italiana dove si muore di più per Covid. Con le sue 7mila vittime (l’11% dei 65mila decessi finora registrati e in gran parte avvenuti nelle rsa del territorio), la regione si piazza al secondo posto in Italia. Anche per quanto riguarda il numero di infortuni da Coronavirus, il Piemonte segue a ruota la Lombardia. Lo dicono i dati dell’Inail regionale presentati nel corso del webinar ‘Riprogettare il lavoro nel post Covid’.

Al 31 ottobre di quest’anno le denunce di infortuni sul lavoro legati al virus sono stati 9.790, pari al 14,7% del totale nazionale, contro il 33,1% della Lombardia. I casi mortali sono stati 30 con un’incidenza del 9% sul totale. Più della metà delle denunce (52,2%) ha interessato la provincia di Torino, seguita da quelle di Alessandria con il 12% e di Cuneo con l’11,4%.

L’80% delle denunce risale al periodo tra marzo a maggio (7.200 casi), mentre c’è stato un calo sensibile da giugno ad agosto (714) e un nuovo aumento a ottobre con 1.876 casi denunciati.

Ad ammalarsi sono soprattutto le donne (75,8%), ma 8 casi mortali su 10 riguardano gli uomini. La fascia d’età più colpita è quella tra i 54 e i 60 anni. Tra i settori più esposti al contagio figurano la sanità e il socio-assistenziale, con il 64,6% dei casi, e il terziario.A essere contagiati sono soprattutto tecnici e professionisti della salute (37,1 e 28,8%, cui si aggiunge il 9,5% dei medici, anche se non rientrano in questo conteggio i medici di famiglia, i liberi professionisti e i farmacisti).

“All’inizio di questa pandemia – ha osservato il segretario generale della Cisl Piemonte, Alessio Ferraris, che è intervenuto al webinar promosso dall’Inail, parlando a nome di Cgil Cisl Uil regionali – non abbiamo avuto dubbi su che cosa scegliere tra salute dei lavoratori e salute dell’economia. Siamo intervenuti tempestivamente con il governo e gli imprenditori per arrivare, il 14 marzo scorso, alla firma del ‘Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro, aggiornato successivamente con l’intesa del 24 aprile. Questo è stato un primo grande atto di collaborazione tra le parti sociali del Paese e le istituzioni in una fase di emergenza così grave”.Il segretario della Cisl piemontese ha poi fatto un passaggio sul lavoro da remoto: “Adesso occorre regolamentare, magari proprio in fase di rinnovo dei contratti, lo smartworking, un fenomeno sempre più diffuso in questa fase pandemica e rilanciare la formazione e le politiche attive del lavoro che non sono mai decollate”.

Concludendo l’incontro online, il presidente nazionale del Consiglio di indirizzo e Vigilanza dell’Inail, Giovanni Luciano ha detto che l’Inail spende ogni anno per la prevenzione 1,2 miliardi di euro. “La nostra mission – ha spiegato Luciano – è migliorare le prestazioni che eroghiamo e ampliare le tutele. Il ruolo futuro dell’Istituto nell’affrontare l’emergenza Covid dipende da una questione fondamentale. Si dovrà scegliere, cioè, se è più importante l’ampliamento delle tutele o le esigenze della finanza pubblica”.

Rocco Zagaria   

(Da Conquiste del Lavoro del 18/12/2020)              

 

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