Rsa, sindacati: “No a interventi spot della Regione”

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Rsa assitenza Rsa, sindacati: “No a interventi spot della Regione”

“Diciamo no a scelte poco strutturate della Regione che mettono in ginocchio lavoratrici e lavoratori del settore e che rischiano di mettere a repentaglio la cura e l’assistenza dei più fragili”.

Le scriventi Organizzazioni sindacali ritengono grave la scelta della Regione Piemonte di proseguire con una serie di interventi spot sulle RSA, che non poggiano le basi su un progetto strutturato di integrazione e riorganizzazione del sistema sanitario e sociosanitario nella nostra Regione, ma che rispondono all’esigenza dell’assessorato alla Sanità di non aumentare costi a suo carico, dando risposte parziali ad un settore attraversato da una profonda crisi economica.

Solo così possiamo definire la Deliberazione della Giunta Regionale del 28 giugno 2022, n. 1-5265 Approvazione ‘Percorso protetto di continuita’ assistenziale per anziani ultra 65enni non autosufficienti o persone con bisogni sanitari e assistenziali assimilabili ad anziano non autosufficiente, dimessi da strutture ospedaliere e di post acuzie (RRF, Lungodegenza, Cavs) verso RSA autorizzate, accreditate e contrattualizzate con il SSR’.

Siamo convinti che rendere strutturale un provvedimento assunto durante l’emergenza pandemica, propedeutico a decongestionare i posti letto in ospedale, in un momento in cui nelle RSA continua la penuria di personale infermieristico e di OSS, in cui occorre ancora qualificare il personale presente, assunto attraverso la DGR 4-2020 e che opera in assenza di titolo professionale significhi, di fatto, un aumento dei carichi di lavoro che sta diventando insopportabile per le lavoratrici ed i lavoratori del settore, oltre a non garantire gli standard di assistenza sanitaria necessari ai pazienti dimessi da ospedali e/o DEA .

Infatti riteniamo grave che il provvedimento individui per questa tipologia di utenza,gli standard gestionali della DGR 45-2012 che prevedono bassi minutaggi infermieristici e meno presenza di profili professionali come infermieri e medici, mentre crediamo che andrebbero garantiti gli standard gestionali dei CAVS,ovvero garantendo una continuità assistenziale a valenza sanitaria, così come sancito dalla DGR 6/2013.

Vogliamo ricordare che da tempo come OO.SS chiediamo una modifica radicale dei minutaggi assistenziali dettati dalla DGR 45/2012, che hanno trasformato l’assistenza in un lavoro a cottimo con ritmi impensabili per le lavoratrici ed i lavoratori.

Pensiamo non sia più procrastinabile tale modifica, ancora di più dopo che la Regione ne ha già variato una parte sostanziale legata alla revisione delle tariffe.

Questo tipo di scelte, peraltro, è una indiretta legittimazione dell’operato di quei gestori che già oggi aggirano le regole al di fuori di ogni controllo, con grave nocumento ai destinatari del servizio in convenzione e contemporaneo depauperamento della dignità e dei diritti del personale operante in RSA.

Non c’è nulla da inventare, esistono già normative che rispondono alle esigenze di decongestionare ospedali, pronto soccorsi, utilizzando le RSA; quello che manca è una programmazione sanitaria seria che aumenti i fabbisogni e la scelta politica di destinarvi risorse.

Non è più tollerabile che decisioni sbagliate ricadano sui più fragili: pazienti a cui andrebbe garantito il diritto alla cura e non assistenza e sulle spalle di lavoratrici e lavoratori che devono sopperire a mancanze strutturali ed impostazioni errate.

FP CGIL PIEMONTE       CISL FP             CISL FISASCAT                        UIL FPL                UILTùCS UIL

Elena Palumbo           Tiziana Tripodi    Cristiano Montagnini     Nicolino Conconi      Luigi Gambale Sara Carbotta

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