Morti sul lavoro, tragedia continua. Furlan: “La sicurezza sul lavoro deve diventare priorità del Paese”

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In forte aumento il numero dei morti sul lavoro. Dopo l’incidente mortale di Crotone che è costata la vita a due operai edili il tragico bilancio degli infortuni mortali in Italia è salito a 159 morti dall’inizio dell’anno.

“Esprimo profondo dolore per i lavoratori morti oggi in un cantiere a Crotone. E’ una tragedia continua che ogni giorno colpisce centinaia di famiglie, cui siamo vicini. Ma la solidarietà non basta. La sicurezza sul lavoro deve diventare la priorità del Paese”: così la leader Cisl, Annamaria Furlan, appena appresa la triste notizia.

“Il drammatico incidente di Crotone è la conferma che esiste una emergenza sicurezza sui luoghi di lavoro, come denunciamo da tempo. Le 159 vittime accertate ad oggi dall’inizio dell’anno sono inaccettabili e impongono interventi seri e drastici soprattutto in edilizia, il settore da sempre più a rischio”. Lo ha dichiarato il segretario generale della Filca-Cisl nazionale Franco Turri, commentando l’incidente avvenuto a Crotone, dove hanno perso la vita due operai edili.

Nei giorni scorsi su questo tema è anche intervenuto il segretario confederale Cisl, Emilio Colombini. “Se le procure procedono con il loro lavoro di indagine per capire le responsabilità, ancora una volta, come sistema Paese, ciascuno nell’ambito del suo ruolo nel mondo del lavoro, occorre che ci si interroghi sul perché non si riesce a spezzare definitivamente la catena di sangue che colpisce i posti di lavoro. A fronte, difatti, dei finanziamenti messi a disposizione da parte dell’INAIL, mediante i bandi ISI, così come quelli introdotti dal piano Impresa 4.0, sono ancora poche le aziende, specie le PMI, accedono con regolarità ai piani sulla sicurezza, utilizzando le risorse per migliorare le proprie condizioni di tutela agendo sul fronte interno strutturale e produttivo, ma anche su quello organizzativo e di formazione. Se certo è che la prevenzione efficace non si fa (solo) attraverso il metodo dell’inasprire le sanzioni ed intensificare i controlli (di sicuro, comunque, pochi e scarsamente organizzati tra le forze in campo) l’allentamento evidente dell’intesa tra istituzioni nazionali e regionali nel pianificare azioni mirate da realizzare, anche d’intesa con le forze di rappresentanza datoriale e dei lavoratori, non favorisce in alcun modo il cambiamento e il compiere dei significativi passi verso un miglioramento. Le cause della mancata tutela della salute e sicurezza, ormai, si conoscono bene e, pertanto, non rispondere all’emergenza degli eventi infortunistici mortali e gravi, come anche delle malattie professionali, costituisce una colpa che non può ricadere nel vuoto”.

Le istituzioni di governo non possono più sottrarsi dal ruolo di raccordo, di stimolo e coordinamento di tutti gli attori della prevenzione al fine di collaborare in modo assiduo ed ordinato nel programmare piani di azione a supporto delle realtà lavorative, specie per le piccole e micro imprese e per le aziende che operano con contratto di appalto. Celebrare quest’anno il 1 maggio, la festa del lavoro, parlando di salute e sicurezza, questo vuole dire – ha affermato con forza il Segretario Cisl – che non solo il sindacato confederale da sempre c’è e continua a credere nel cambiamento ed ad impegnarsi, ma che vuole procedere in raccordo e sinergia con le altre forze in campo, datoriali ed istituzioni (nazionali e locali) dentro una precisa Strategia Nazionale che da troppo tempo manca”.

Ufficio stampa Cisl

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