Le grandi incompiute

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Le grandi incompiute

L’autostrada Asti-Cuneo, la Tav e il Terzo Valico: il punto sulle grandi opere del Nordovest 

La prima grande incompiuta, soprattutto per ragioni di tempo, è certamente l’autostrada Asti-Cuneo (A33), che si è si è conquistata nel corso degli anni diversi epiteti tra i quali quello di “Reggio-Calabria del Nordovest” e di “autostrada infinita”. Sono passati, tra progetti, cantieri, burocrazia e diversi “stop and go”, più di trent’anni. Il 2024, però, potrebbe essere quello buono per scrivere finalmente la parola fine alla realizzazione di un’arteria autostradale, lunga 90 chilometri, che collega i due capoluoghi piemontesi di Asti e Cuneo. “L’autostrada del Tartufo”, come l’ha ribattezzata il presidente della regione, Alberto Cirio, dovrebbe essere conclusa tra due anni e mezzo, ma sarà già percorribile dagli automobilisti entro la fine di quest’anno. Il via libera definitivo per il completamento del lotto 6 (Roddi-Diga Enel) – l’ultimo pezzo di autostrada che collega le località di Verduno e Cherasco ancora mancante – è arrivato alcuni mesi fa dal Ministero delle Infrastrutture che ha annunciato anche l’approvazione del piano di opere complementari per un investimento di circa 40 milioni di euro. La Asti-Cuneo attraversa un’area nella quale si trovano due siti dichiarati patrimonio Mondiale dall’Unesco: i “Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato” e le “Residenze della Casa Reale dei Savoia”, con una ricaduta notevole in termini turistici ed economici della zona.

A dicembre 2023 è stato anche aperto, in Valle di Susa, un altro importante cantiere: lo scavo del tratto italiano del tunnel di base del Moncenisio della Tav, la linea ferroviaria Torino-Lione. Il tunnel di base del Moncenisio, lungo 57,5 km, già in costruzione sul versante francese, si estende per 45 km in Francia e 12,5 km in Italia. A realizzarlo sarà il raggruppamento binazionale UXT, composto da Itinera (mandataria), Ghella e Spie Batignolles che si è aggiudicato il miliardo di lavori in Italia. Per la costruzione  dei due tubi della galleria ferroviaria fino a Susa è previsto l’impiego di due frese e circa 700 lavoratori. La Torino-Lione, una volta realizzata, sarà lunga circa 270 km, di cui il 70% in Francia e il 30% in Italia. L’intera linea è suddivisa in tre sezioni: la tratta transfrontaliera comune tra Italia e Francia di 65 km da Susa (Piemonte) a Saint-Jean-de-Maurienne (Savoia), di competenza di TELT (la cui opera principale è appunto il tunnel di base del Moncenisio); la parte italiana che va dal nodo di Torino a Bussoleno (Val di Susa) di circa 50 km  e di competenza di Rete Ferroviaria Italiana (RFI) e la parte francese, da Saint-Jean-de-Maurienne a Lione, circa 160 km di competenza delle Ferrovie francesi (SNCF). Attualmente lavorano circa 2500 persone che diventeranno 4000 al picco dei lavori. L’obiettivo è di mettere in servizio la linea nel 2032.

L’altra grande opera del Nordovest che doveva essere pronta (e che invece non sarà) entro il 2024 è il Terzo Valico. L’infrastruttura, iniziata nel 2012, lunga 53 chilometri (il 70 per cento in galleria) collegherà il nodo di Genova con Tortona,  attraversando 14 comuni delle province di Genova e di Alessandria e le regioni Liguria e Piemonte. Una volta realizzata, si parla di giugno 2026, permetterà di unire Genova a Milano e a Torino (il vecchio triangolo industriale) in un’ora di viaggio su due treni ad alta velocità. Il committente dell’opera, che vale 6,6 miliardi di euro, è RFI (Rete Ferroviaria Italiana Spa), mentre il contraente generale per la progettazione e la realizzazione è il Consorzio Cociv guidato da Webuild Spa che ha ereditato le attività di Salini Impregilo. Il programma dei lavori prevede il completamento dell’opera a giugno 2026, grazie a una proroga che è stata concessa anche per non perdere i finanziamenti del Pnrr. Sono 400 le imprese al lavoro e circa 3 mila tra operai e tecnici. Di recente i lavori di scavo si sono interrotti (quando mancavano da perforare 1,8 chilometri di galleria) perché la roccia si è rivelata talmente friabile e argillosa da non consentire più alle due talpe in azione di proseguire. Il fenomeno è chiamato in termini tecnici “effetto squeezing”. Entro al fine di gennaio si partirà con il sistema tradizionale dei candelotti di dinamite. Se tutto andrà bene, tra due anni sarà poi necessario ammodernare le tratte ferroviarie Tortona-Milano e Tortona-Torino per consentire il passaggio dei treni ad alta velocità.

Chiudiamo questa carrellata sulle grandi opere infrastrutturali con una buona notizia: dal 20 gennaio di quest’anno sarà operativo il collegamento ferroviario Torino Porta Susa-Caselle-Ceres che consentirà, con una corsa di treni ogni mezzora tra le ore 6 e 23, di raggiungere l’aeroporto “Sandro Pertini” di Torino Caselle in poco più di trenta munti dal centro cittadino. (Da Via PO Economia – inserto economico di Conquiste del Lavoro)

Rocco Zagaria

           

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