Il futuro dell’auto e degli stabilimenti Fca nel nostro Paese

Attualità
Furlan replica a Di Maio primo pianoi Il futuro dell’auto e degli stabilimenti Fca nel nostro Paese

L’intervento della leader Cisl Annamaria Furlan su “La Stampa” di oggi su Fca

Non sappiamo se davvero entro il 2025 oltre la metà delle automobili saranno ibride o elettriche, come ha annunciato l’amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne. Tuttavia, i cambiamenti tecnologici e gli scenari delineati al Salone dell’auto di Detroit, impongono una riflessione sul futuro dell’industria dell’auto anche al nostro paese. Il numero uno di Fca ha ragione: o l’industria dell’auto si reinventa o è a rischio. Ma non partiamo, per fortuna, da zero. Gli investimenti realizzati in questi ultimi anni da Fca in Italia, garantiti da coraggiosi accordi sindacali, rappresentano una base solida ed un “modello” di sviluppo industriale possibile ed auspicabile per tutto il paese, incentrato sulla ricerca di una maggiore produttività, qualità, condivisione degli obiettivi, tutele occupazionali e salariali, partecipazione dei lavoratori. E’ la prova che si possono conciliare bene le nuove tecnologie digitali (e le necessarie competenze ) con l’indispensabile fattore umano. Da questa esperienza positiva e concreta bisognerebbe partire quando si parla di innovazione, nuove competenze e rilancio della politica industriale.Tutti dovrebbero visitare gli stabilimenti di Pomigliano e gli altri siti industriali italiani di Fca, soprattutto i giovani che si avvicinano al mondo del lavoro, per comprendere la portata dell’evoluzione industriale, formativa e culturale che e’ stata messa in piedi con la spinta responsabile in particolare di una larga parte del sindacato. I lavoratori hanno salvato e rilanciato la produzione di Fca in Italia. Se entro il 2022 Fca raddoppierà gli utili lo si deve in parte allo sforzo ed alla scommessa che e’ stato fatta proprio negli stabilimenti italiani, senza fare ricorso a finanziamenti pubblici, come avveniva in passato. Basta guardare i dati dell’ultimo anno: la produzione degli stabilimenti italiani del Gruppo FCA si è chiusa con un incremento del 4,2% per il settore auto, segnando per il quarto anno consecutivo una crescita della produzione, con circa 32 mila vetture in più e superando ampiamente la soglia del milione di auto. Siamo ben lontani dalla situazione produttiva degli stabilimenti italiani del 2013. Ma ora è indispensabile dare continuità alle scelte dell’azienda ed utilizzare le risorse prodotte per completare gli investimenti e spingere sull’offerta di modelli con motorizzazioni ibride, elettriche ed anche sulla guida autonoma. Questa e’ la nuova sfida a cui Fca non puo’ sottrarsi. L’elevata produttività deve essere orientata a raggiungere l’obiettivo della piena occupazione in tutti gli stabilimenti (come aveva promesso lo stesso Marchionne) ed il miglioramento dei salari. Ecco perchè ci aspettiamo scelte coerenti da FCA ed il rispetto degli accordi con il sindacato. Abbiamo tutti letto che Fiat Chrysler Automobiles si appresta ad annunciare un investimento di un miliardo di dollari nel Michigan dove verrà avviata la produzione del nuovo Ram Heavy Duty con nuove assunzioni e maggiori incentivi ai dipendenti. Ma il posizionamento di Fca sui mercati internazionali, deve significare la conferma e l’anticipo degli investimenti anche negli stabilimenti italiani, a partire da Mirafiori e Pomigliano, le due realtà con una situazione più critica in termini di esaurimento di ammortizzatori sociali.

Un nuovo piano industriale che va ora ulteriormente rafforzato in Italia con accordi che puntino ad una formazione 4,0 ed una maggiore integrazione dei lavoratori nelle scelte produttive, con investimenti per tenersi al passo con la progressiva penetrazione della digitalizzazione. “E’ giusto che tutti partecipino dei successi di Fca, soprattutto le persone che vi hanno contribuito attraverso la loro dedizione”, ha riconosciuto Marchionne. Bene, questo ci aspettiamo ora anche in tutti gli stabilimenti italiani. Bisogna continuare sulla strada della partecipazione agli utili aziendali, rafforzando un sistema di relazioni industriali incentrato sulla co-responsabilita’ nelle scelte. Un percorso di democrazia economica che la Cisl indica per tutto il sistema produttivo italiano. La base del “patto per la fabbrica” che stiamo costruendo con Confindustria e le altre associazioni imprenditoriali.

Annamaria Furlan

Segretaria Generale Cisl

In allegato l’articolo

 

Categoria: ,