Convegno Cisl Fp su Rsa: “Più risorse e attenzione per un settore così importante”

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Convegno Cisl Fp su Rsa: “Più risorse e attenzione per un settore così importante”

“Il tempo di relazione è tempo di cura – Vivere a lungo, vivere bene: la sfida nelle Rsa”: questo il titolo dell’incontro promosso dalla Cisl Fp regionale che si è svolto oggi al Sermig di Torino.

“Il tempo di relazione è tempo di cura”. Lo dice l’articolo 4 del codice deontologico degli infermieri. Eppure, nelle rsa, in particolar modo dopo il Covid, l’attuale normativa e sistema non consentono di applicare uno dei principi fondamentali per i pazienti e per i lavoratori sanitari. E’ quanto emerso oggi, al convegno promosso da Cisl Fp Piemonte che si è svolto presso l’Auditorium del Sermig, dal titolo: “Il tempo di relazione è tempo di cura – Vivere a lungo, vivere bene: la sfida nelle Rsa”. “A volte, ci tocca fare il lavoro dei medici”. “Abbiamo poco tempo per fare tutto ci viene richiesto”. “I pazienti anziani hanno tanto bisogno di noi, ma siamo come robot”. Sono le voci delle lavoratrici – infermiere e oss iscritte alla Cisl – che nella prima parte del convegno hanno spiegato in breve, levando un grido d’allarme, un concetto fondamentale: i minuti (previsti dalla normativa) che ogni infermiere e ogni oss deve dedicare al giorno a ogni paziente sono pochi.

O perlomeno, troppo pochi rispetto alle reali esigenze degli anziani. Basti pensare che, su 24 ore, per un ospite tipico in “alta intensità” (con più patologie), vengono dedicati solo 120 minuti. Si tratta di tempo investito nella pulizia, nel sollevamento, nell’imboccamento. E il tempo di cura, o per lo svago, o la semplice compagnia, non esiste.

Infermieri e oss, dall’altra parte, sono sacrificati e costretti a muoversi velocemente, per non privare nessuno dei pazienti delle loro cure. Un concetto bene spiegato da Isabella Turra (collaboratrice Cisl Fp Piemonte) che al convegno ha illustrato la“Giornata dell’ospite secondo la Dgr Piemonte del 30 luglio 2012”. Per la pulizia del mattino, per esempio, o lo spostamento dal letto, l’operazione di vestizione non si può andare oltre i 15 minuti. Per la colazione da seduto l’oss ha 10 minuti.

E mentre l’oss ha120 minuti totali su 24 ore da dedicare all’ospite, l’infermiere ne ha soltanto 30.

Durante la tavola rotonda, moderata da Rocco Zagaria, responsabile Ufficio stampa e comunicazione Cisl Piemonte, si sono confrontati sul tema Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, Luca Caretti, segretario generale aggiunto Cisl Piemonte, Tiziana Tripodi, segretaria Cisl Fp Piemonte, Maurizio Serpentino, vice presidente Confcooperative Federsolidarietà Piemonte e Paolo Uberti, consigliere nazionale Uneba. Ha concluso i lavori Sergio Melis, segretario generale Fp Cisl Piemonte, che dichiara: “Pensiamo che quello sulla vita buona nelle rsa sia un investimento sulla nostra dignità di persona e che sia venuto il momento di affrontare il tema di un finanziamento aggiuntivo sanitario”.

Per Tiziana Tripodi, segretaria regionale Cisl Fp Piemonte: “Si tratta di una situazione che va modificata al più presto, se il Covid ha insegnato a tutti qualcosa sul ruolo essenziale delle rsa chiediamo alla Regione più risorse e più attenzione per un settore troppo importante per essere trascurato”.

Il segretario generale aggiunto della Cisl Piemonte, Luca Caretti, che ha partecipato insieme ad altri alla tavola rotonda sottolinea “l’importanza di una nuova legge sulla non autosufficienza che potrebbe portare risorse aggiuntive anche per le regioni. Sulle Rsa occorre aprire anche a nuove sperimentazioni e a modelli diversi per trovare soluzioni alternative”.

Intervenendo alla tavola rotonda della Cisl Fp il presidente Alberto Cirio ha spiegato che la Regione Piemonte ha stanziato 284 milioni per la non-autosufficienza, aumentando le risorse rispetto al passato e altri 90 milioni del Fondo sociale europeo finanziano i voucher di Scelta Sociale che prevede 600 euro per due anni per le famiglie sia per le cure a casa, sia come sostegno al pagamento delle rette per chi è ospitato all’interno di una struttura.

“La pandemia  – detto Cirio – ci ha insegnato molte cose, ma la più importante è che le nostre priorità devono essere le persone fragili, ovvero i bambini e gli anziani. Durante l’emergenza Covid la Regione ha attivato una piattaforma per monitorare giorno per giorno l’andamento dei contagi tra gli ospiti e il personale delle Rsa. Questa piattaforma resta ora come eredità per la gestione della rete delle strutture che si occupano di non autosufficienti e ci consente di avere in tempo reale la situazione aggiornata, a partire dalla disponibilità dei posti letto che vengono utilizzate per le dimissioni protette, ovvero per ospitare quelle persone che possono essere dimesse dagli ospedali perché non hanno più bisogno di cure mediche, ma non sarebbero nelle condizioni di andare a casa. Da inizio anno sono state 7 mila le dimissioni protette che hanno consentito da un lato di offrire continuità di cura a persone fragili, dall’altro di non intasare i pronto soccorso e gli ospedali”.

 

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