A distanza di sei mesi dall’entrata in vigore dell’Assegno unico universale non c’è ancora nessuna soluzione per i lavoratori frontalieri che vedono bloccate le erogazioni degli assegni familiari percepiti all’estero da parte delle casse di compensazione e degli istituti della sicurezza sociale dei Paesi di lavoro, per mancanza della corretta trasmissione degli importi erogati da parte dell’Inps in Italia.
Cgil Cisl Uil Frontalieri hanno incontrato più volte, fin dal mese di febbraio, la Direzione nazionale dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, e inviato, sempre allo stesso Inps, una dettagliata relazione (il 19 luglio scorso), fatta pervenire anche al Ministero del Lavoro, in cui venivano descritte tutte le criticità. A tutt’oggi, i sindacati confederali non hanno ricevuto alcuna risposta.
La mancata individuazione delle soluzioni per le criticità segnalate da Cgil Cisl Uil Frontalieri ha indotto prima le casse estere a interrompere le erogazioni degli assegni familiari di loro competenza e successivamente a richiedere direttamente ai frontalieri una “autocertificazione” destinata ad aumentare le difficoltà nella fase di conguaglio e rendicontazione delle provvidenze percepite.
“Il tempo è scaduto – dichiarano i coordinatori nazionali di Cgil Cisl Uil Frontalieri, Giuseppe Aragusa, Luca Caretti, Pancrazio Raimondo – e riteniamo assolutamente necessaria l’individuazione di una soluzione definitiva affidata a un provvedimento del Governo, non certo incompatibile con la prassi di un esecutivo in carica per ‘il disbrigo degli affari correnti’, necessario a garantire la continuità nell’azione amministrativa e la certezza del diritto”.