Rinnovo Contratto Orafi Argentieri, sul salario non c’è intesa. Presidio e volantinaggio a Valenza

martedì 9 Novembre 2021 / Focus

A più di un anno dalla scadenza del precedente CCNL dell’industria orafa, argentiera e del gioiello, la trattativa di rinnovo prosegue con difficoltà. Le criticità maggiori riguardano l’aspetto retributivo; le delegazioni trattanti di Fim, Fiom, Uilm ritengono irricevibile la proposta avanzata da Federorafi di un incremento salariale di 77 euro da distribuirsi nel prossimo triennio.

Per questo motivo, giovedì 4 novembre, in concomitanza alle altre iniziative per il rinnovo del CCNL ORAFO ARGENTIERI nei distretti di Vicenza, Milano, Arezzo e Roma, le categorie provinciali di FIOM FIM e UILM di Alessandria hanno organizzato un presidio con volantinaggio in Piazza Statuto a Valenza.

Una mobilitazione intrapresa con l’intento di sensibilizzare la cittadinanza, ma soprattutto di intercettare i lavoratori delle aziende più piccole (dove il sindacato non è presente e non si sono potute svolgere le assemblee) per aggiornarli sullo stato della trattativa per il rinnovo del contratto.

Calogero Palma della FIM CISL Alessandria Asti entrando nel merito della vertenza ha commentato: “è inaccettabile che in un settore dove si producono beni di lusso, i lavoratori abbiano retribuzioni così basse. Le maestranze del comparto orfo-argentiero italiano percepiscono stipendi più bassi rispetto ai colleghi degli altri stati europei. Le paghe risultano inferiori anche a quelle dei metalmeccanici dell’industria e dei tessili. È necessario che le controparti comprendano l’importanza di arrivare rapidamente ad un accordo che riconosca un aumento salariale dignitoso, oltre a miglioramenti di tipo normativo”

Aggiunge ancora: “bisogna risolvere al più presto la controversia ed aprire una successiva contrattazione collettiva di secondo livello che valorizzi la qualità e la produttività, garantendo anche nella lavorazione conto terzi tariffe rispettose e dignitose. Al 10 di novembre, a Milano si terrà il prossimo incontro tra FIOM-CGIL, FIM-CISL, UILM-UIL e FEDERORAFI per riprendere la trattativa. Auspichiamo una proposta migliore”.

Palma denuncia inoltre la difficoltà nel reperire manodopera professionalizzata. Le varie associazioni di categoria insieme alle istituzioni territoriali dovrebbero strutturare dei corsi professionali attingendo a fondi europei, nazionali, regionali, così da poter favorire la formazione dei giovani e dei percorsi di riqualificazione per coloro che sono in cerca di lavoro.

La preoccupazione purtroppo è che il made in Italy nel settore orafo stia perdendo il proprio patrimonio di professionalità sul manifatturiero, bisogna lavorare in prospettiva futura agevolando il passaggio di consegne dal maestro orafo anziano ai profili di nuova generazione. Un punto questo determinante, che se non risolto potrebbe compromettere la sostenibilità dell’intero sistema produttivo del gioiello italiano.

 

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