Alternanza scuola lavoro. Bisogna ridefinire le regole per evitare gli abusi

martedì 25 Gennaio 2022 / Focus

A seguito del drammatico incidente in un’azienda di Udine che ha visto la morte di un giovane studente diciottenne impegnato in uno stage di alternanza scuola e lavoro, i  segretari provinciali di CGIL CISL e UIL hanno rilasciato un’ interessante intervista in cui analizzano lo strumento dello stage, ovvero una modalità didattica innovativa, che attraverso l’esperienza pratica aiuta a consolidare le conoscenze acquisite a scuola e testare sul campo le attitudini di studentesse e studenti, arricchirne la formazione e orientarne il percorso di studio e in futuro di lavoro.

L’intervista è stata rilasciata al quotidiano “La stampa” pagina di Asti (25 gennaio 2022). Di seguito uno stralcio:

La valenza è di tipo politico — sostiene Luca Quagliotti, segretario della Camera del lavoro — nella nostra provincia, così come nel resto d’Italia, i ragazzi vengono spesso utilizzati come lavoratori a tutti gli effetti. Gli viene fatta una formazione veloce e poi vengono buttati in prima linea». «Solo alcune aziende evolute — aggiunge il sindacalista Cgil— utilizzano l’alternanza scuola lavoro in maniera corretta. Ma capita spesso, come per la sicurezza, che per risparmiare si facciano dei tagli. Questo mette a rischio non solo la loro incolumità». Insomma, una tipologia di alternanza da bocciare secondo Quagliotti: «Fatta così non ha senso, mentre sarebbe molto utile se la si considerasse di accompagnamento — spiega — ci chiamano spesso scuole per dire che non trovano aziende disponibili. Sarebbe necessario in ogni passaggio avere un progetto, partire ad inizio anno e non solo alla fine». Ci sono poi gli stage: «Dovrebbero essere luoghi di formazione e non servire per pagare meno o addirittura niente».

Stefano Calella, segretario generale aggiunto della Cisl Asti Alessandria. «Deve sempre essere un percorso per apprendere, avvicinarsi al mondo del lavoro in modo più consapevole — spiega — l’alternanza ha una finalità più educativa, abitua i ragazzi a lavorare in gruppo, al rispetto dei tempi e delle regole e al modello subordinato che incontreranno nel mondo del lavoro». A detta della Cisl uno strumento da non demonizzare: «.— sottolinea — cioè non utilizzare questo strumento per avere manodopera a costo zero, garantire elementi di sicurezza per gli studenti che entrano in una e livelli formativi accettabili. Processi formativi che devono essere i più congrui possibili con il percorso scolastico».

Infine, Armando Dagna, segretario Uil Asti-Cuneo: «Sulla scuola purtroppo decenni di riforme che hanno ridotto a simulacro il diritto all’istruzione creando il doppio binario — sostiene — acuendo le diseguaglianze, stanno facendo pagare il prezzo più alto ai giovani». «Bisogna aggiungere — le sue parole — che le competenze fra Stato ed enti locali hanno ulteriormente diminuito la capacità di prendere le giuste misure per mettere in sicurezza un settore cruciale per il futuro del Paese». È necessario — conclude — ridurre l’area di precarietà e insicurezza dei lavoratori. La sicurezza deve diventare parte integrante dell’organizzazione del lavoro. Formazione, qualità dei contratti, selezione delle imprese

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