Pnrr, al Piemonte già 3 miliardi di euro

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Lo rivela l’ultimo report di Bankitalia presentato a Torino. È quasi il 60% della spesa media annua per investimenti pubblici in regione   

Secondo il report sull’economia piemontese di Bankitalia, presentato pochi giorni fa a Torino, le risorse del Pnrr stanziate in Piemonte ammontano a poco più di 3 miliardi di euro. Dall’ultima rilevazione dell’istituto, effettuata a fine maggio 2022, risulta che gli enti territoriali piemontesi dispongono ad oggi di 2,4 miliardi di euro (il 6,9 per cento del totale nazionale) per interventi da realizzare entro il 2026. A questi finanziamenti si aggiungono i 711 milioni di euro previsti per la Sanità. La quota pro capite per ogni piemontese ammonta a 720 euro a fronte di una media nazionale di 753 euro.

I ricercatori della Banca d’Italia fanno però notare che questi soldi equivalgono al 58% della spesa media annua per investimenti pubblici in Piemonte, percentuale che si colloca sopra la media nazionale ferma al 52%. Tra i soggetti attuatori del Piano nazionale di ripresa e resilienza in Piemonte, sono i Comuni, con una quota del 62% delle assegnazioni totali, a fare la parte da leone. Seguono la Sanità con il 23%, la Regione con l’8% e l’Area metropolitana torinese e le altre province con il 7%.

Le principali aree di destinazione delle risorse riguardano la valorizzazione degli edifici e del territorio con 769 milioni di euro, la sanità con 711 milioni, i piani urbani integrati e la riqualificazione delle periferie con 398 milioni, l’edilizia scolastica con 290 milioni e i trasporti locali (esclusi i fondi della seconda linea della metropolitana di Torino) con 193 milioni. Gli interventi relativi alla resilienza e valorizzazione del territorio e all’efficientamento energetico (piccole opere e messa in sicurezza) assorbono circa un terzo delle risorse complessive, mentre quelli relativi alla mobilità (bus, trasporto rapido di massa e ferrovie regionali) poco meno di un quarto.

Si tratta di una boccata di ossigeno per una regione che nel 2021 ha visto crescere il suo Pil (7%) più della media nazionale (6,6%) e che ora sembra tra le realtà del Paese più esposte alle conseguenze negative delle guerra in Ucraina per via della sua vocazione manifatturiera.  Il tema del Pnrr è stato anche al centro di un dibattito promosso dalla Cisl Torino-Canavese che ha visto la presenza di rappresentanti delle istituzioni locali, del mondo accademico, di quello imprenditoriale e sindacale. “Tra i progetti principali che investiranno l’area metropolitana torinese – ha spiegato il segretario generale Cisl Torino-Canavese, Domenico Lo Bianco – ci sono l’automotive, l’aerospazio, l’idrogeno, l’area di crisi complessa e la valorizzazione della montagna. Una logica di sistema e il gioco di squadra sono fondamentali per affrontare le sfide che consentiranno di trasformare l’opportunità del Pnrr in occasioni di sviluppo. La transizione deve però tener conto anche delle ricadute sociali ed economiche su tutte le filiere, altrimenti ci troveremo di fronte a migliaia di esuberi e all’impoverimento di un territorio a forte vocazione manifatturiera”. Per Ignazio Ganga, segretario confederale Cisl e componente del tavolo di partenariato del Pnrr presso la presidenza del Consiglio, che ha preso parte all’incontro di Torino: “Il Pnrr è un progetto di alta visione strategica, ricchissimo di contenuti e di risorse che devono generare crescita e sviluppo. Il piano interseca investimenti in infrastrutture materiali e sociali che andranno declinati nei territori. L’iniziativa della Cisl torinese punta a costruire una ‘governance partecipata’ essenziale per realizzare i progetti e gli investimenti destinati alla sviluppo”. (Da Conquiste del Lavoro del 18 giugno 2022)

Rocco Zagaria

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