Presentato il Report dell’Osservatorio Sociale Cisl

martedì 14 Febbraio 2017 / Attualità
Presentato il Report 2016
Presentato il Report 2016

Giovedì 9 febbraio presso l’Auditorium di via Rieti a Roma è stato presentato il Report 2016 di Osservatorio Sociale Cisl. Per il Piemonte erano presenti Sergio Melis (Segreteria CISL Piemonte) e Paolo Arnolfo (operatore FNP Piemonte).

L’Osservatorio Sociale è un importante strumento voluto anni fa dalla Confederazione, in collaborazione con la Fnp. Si tratta di un archivio in cui vengono catalogati tutti gli accordi frutto della negoziazione sociale stretti con le amministrazioni locali, con le Regioni o con Asl e distretti sociosanitari.
Annualmente viene prodotto un Report che mette in evidenza il numero e la tipologia degli accordi, nel tentativo di evidenziare potenzialità e debolezze di un’attività sempre più importante per il sindacato.

Il documento che è stato presentato propone alcune novità rispetto ai suoi predecessori, redatti negli anni precedenti. In allegato a questo articolo troverete il Report completo (un documento di 40 pagine completo e approfondito, perfetto per capire la complessità della negoziazione sociale) e un’utile sintesi, con grafici e infografiche, per cogliere con immediatezza i punti salienti del documento.

Relatori molto preparati, dirigenti sindacali e ospiti qualificati hanno animato una mattinata di approfondimento sicuramente interessante: riportiamo alcuni passaggi salienti dei loro interventi.

 

Bernava

Maurizio Bernava, Segreteria CISL Nazionale

Nonostante il periodo di crisi, il nostro Osservatorio conta più di 5000 accordi al suo interno: un patrimonio da valorizzare. Se prima la negoziazione verteva soltanto sulla fiscalità locale, ora si inizia finalmente a parlare di servizi e welfare. Investire in welfare non è una spesa improduttiva, ma un investimento: per questo dobbiamo favorire un clima cooperativo, evitando una logica puramente rivendicativa. Il Report è utile per evidenziare la strada percorsa sinora e delineare le strategie future: l’invito, dunque, è quello di utilizzarlo adeguatamente durante il percorso congressuale.

RimoldiAttilio Rimoldi, Segreteria FNP Nazionale

L’attività di negoziazione sociale della FNP pose le sue radici già nel 1993: già allora, si era capito che il sindacato doveva avvicinarsi al territorio e l’interlocuzione con le amministrazioni locali per cercare di migliorare la vita dei cittadini era una strada da percorrere senza esitazioni. La negoziazione è uno strumento di coesione sociale: è importantissima in un contesto odierno in cui se ne trova sempre meno. L’innovativo Report di quest’anno ci dice che la maggiore propensione alla spesa sociale è spesso associata a Comuni aperti all’attività di negoziazione sociale: inutile chiedersi quale sia la causa e quale la conseguenza. Piuttosto, con orgoglio, possiamo affermare di essere promotori di questo circolo virtuoso.

Riva

Egidio Riva, Centro WWell – Università Cattolica di Milano

Il lavoro di analisi che viene fatto grazie all’Osservatorio ha pochi eguali in Europa e pone la CISL in una posizione di avanguardia. Abbiamo analizzato gli accordi sulla base di macro-aree tradizionali, ma abbiamo provato anche a proporre suddivisioni nuove e diverse (si vedano i documenti allegati all’articolo). La negoziazione è molto diversa nelle varie aree del Paese: questo denota l’aderenza al territorio e la capacità di adattarsi ai contesti locali. Si tratta di un’attività solida e radicata che però ha bisogno di espandersi ancora quantitativamente e qualitativamente: in futuro sarebbe bene studiare metodi e condizioni che ne favoriscono la diffusione e la riuscita.

LodigianiRosangela Lodigiani, Centro WWell – Università Cattolica di Milano

In un contesto sicuramente difficile e sfidante, la negoziazione sociale fa intravedere una novità e una freschezza che possono essere decisive nell’affermazione e nel rilancio del sindacato. Il welfare oggi è plurale e coinvolge molti attori che sinora non erano stati considerati: la negoziazione può costruire alleanze, creare reti, unire. E poiché senza analisi è difficile esportare le buone pratiche, è bene continuare a lavorare sull’Osservatorio Sociale.

VecchiLuca Vecchi, Delegato Welfare e Politiche Sociali dell’ANCI

I Comuni negli ultimi anni hanno visto ridursi i loro bilanci, per effetto della crisi e di varie riforme. Spesso sono in forte difficoltà. Questa non deve essere una scusante se si viene meno al proprio ruolo di tutela dei propri cittadini. Diverse politiche nazionali sono intervenute nel sociale (ad esempio il SIA nel contrasto alla povertà), ma da sole non sono sufficienti. La negoziazione sociale ha un significato profondo e una grande importanza: va coltivata. Dal territorio può nascere un nuovo civismo, che sollevi le persone al di sopra di populismi e paure. A volte non è necessario smuovere chissà quali risorse: basta utilizzare al meglio quelle che sono disponibili. Per questo, ben venga l’aiuto e lo stimolo del sindacato.

Michele Colavita, Coordinamento Tecnico della Commissione Politiche Sociali, Conferenza delle Regioni

I cittadini hanno il diritto di sapere come vengono spese le risorse: quindi, l’attività di monitoraggio del sindacato sui temi sociali è preziosa. Il tema della scarsità delle risorse è comunque centrale ed è molto difficile operare in un contesto di crisi. Spesso iter burocratici complessi bloccano iniziative lodevoli o rendono difficile accedere ai fondi. Il lavoro della CISL è lodevole, e sarebbe bene inviarlo formalmente alla Conferenza delle Regioni.

Gianmario Gazzi, Presidente del Consiglio Nazionale, Ordine degli Assistenti Sociali

Il nostro Paese è molto diviso, con troppe caratterizzazioni territoriali: a volte ci si perde tra mille sigle diverse per identificare le strutture che devono erogare i servizi. L’approccio soltanto economico ai problemi è carente: non si può pensare di compensare con un’erogazione monetaria chi deve rinunciare alla propria vita per assistere famigliari bisognosi. È preferibile erogare servizi di qualità. Laddove i servizi non sono sufficienti per rispondere ai bisogni, è bene intervenire, coordinando gli interventi pubblici e privati, profit e no-profit, senza confondere i loro ruoli. Il mondo degli assistenti sociali è fatto di troppa precarietà, che si ripercuote anche sugli assistiti.

Paolo Arnolfo

 

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