Ordine del Giorno dell’Esecutivo Fnp Piemonte per la lotta contro la violenza domestica e sulle donne

giovedì 4 Giugno 2020 / Attualità

L’Esecutivo della FNP Cisl Piemonte, riunito in videoconferenza in data 26 maggio 2020, prende atto che il Parlamento ungherese ha respinto la Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, adottata dal Consiglio d’Europa nel 2011.

Riteniamo che la Convenzione di Istanbul costituisca il trattato internazionale di più ampia portata volto a fronteggiare questa specifica violazione dei diritti umani, con l’obiettivo di prevenire la violenza, favorire la protezione delle vittime, impedire l’impunità dei colpevoli e migliorare la sensibilizzazione verso il problema, così da rendere più sicura la vita delle donne sia all’interno che all’esterno dei confini europei.

Tale bocciatura rappresenta una decisione estremamente pericolosa, soprattutto in questo periodo nel quale, a causa della pandemia da Covid-19, si registra un grande incremento dei casi di violenza domestica. Ribadiamo con forza la contrarietà al drastico indebolimento della normativa contro il reato di violenza di genere ritenendo inammissibile che un diritto acquisito venga abrogato: non solo ora le donne corrono maggiori pericoli, ma i violenti sanno che le loro azioni non saranno perseguite.

E’ molto pericoloso che, nella dichiarazione votata dalla maggioranza del Parlamento ungherese, oltre a rifiutare la ratifica, si chieda al governo di fare pressione sull’Unione Europea affinché faccia lo stesso.

L’Esecutivo della FNP Cisl Piemonte richiede perciò con forza alla Fnp e alla Cisl Nazionali una netta presa di posizione e un intervento presso la Ferpa e presso la CES per contrastare le conseguenze di tale decisione onde evitarne la diffusione in altri Stati.

 

“La Convenzione di Istanbul  –  sostiene Franca Biestro, coordinatrice delle Politiche di Genere della FNP Piemonte , che ha proposto l’ordine del giorno – si applica principalmente alle donne perché copre forme di violenza che solo le donne possono subire in quanto donne (aborto forzato, mutilazioni genitali femminili) o che subiscono molto più spesso degli uomini (violenza sessuale e stupro, stalking, molestie sessuali, violenza domestica, matrimonio forzato, sterilizzazione forzata). Queste forme di violenza derivano dalle disparità nei rapporti di potere tra donne e uomini e sono una conseguenza della discriminazione di cui le donne sono oggetto.

Sebbene sia incentrata principalmente sulle donne, sarebbe semplicistico considerarla una convenzione sui diritti femminili perché racchiude l’insieme più avanzato e più completo di norme internazionali in materia di lotta non solo contro la violenza nei confronti delle donne ma anche della violenza domestica.   Infatti  intervenendo specificamente anche nell’ambito della violenza domestica, che non colpisce solo le donne, ma anche altri soggetti, ad esempio bambini ed anziani, ai quali si applicano le medesime norme di tutela, riguarda tutta la società ed è pertanto pericoloso che in Europa cominci a diffondersi l’idea che si tratti di un provvedimento superfluo”.

La Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul) è stata approvata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 7 aprile 2011 ed aperta alla firma l’11 maggio 2011 a Istanbul (Turchia). In Italia, è stata approvata con la legge 27 giugno 2013, n. 77. Il trattato consta 81 articoli divisi in 12 capitoli e si basa sulle “quattro P”: prevenzione, protezione e sostegno delle vittime, perseguimento dei colpevoli e politiche integrate.

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