FNP e CISL Piemonte riflettono su donne, guerra e pace

venerdì 15 Marzo 2024 / Attualità

Una platea nutrita si è riunita venerdì 15 marzo per l’iniziativa “Guerra: sostantivo femminile” organizzata da FNP e CISL Piemonte in occasione della Giornata Internazionale della Donna. Tutti i presenti hanno apprezzato le toccanti testimonianze portate da Tamara Cvetkovic, Majdolen e Rita Hannakail e Takoua Ben Mohamed. Tre esperienze diverse accomunate dalla drammaticità della guerra e delle persecuzioni politiche o religiose.

La mattinata è stata introdotta da Franca Biestro, segretaria organizzativa FNP CISL Piemonte, che si è soffermata sulle motivazioni dell’iniziativa: “Ogni giorno da troppi anni sentiamo parlare di guerra, ne leggiamo sui quotidiani, la vediamo scorrere sullo schermo delle nostre TV e nel contempo stiamo assistendo all’assuefazione, ad una rimozione collettiva, e ascoltiamo con indifferenza le dichiarazioni dei politici che parlano di vittoria per la pace. Affrontare da un’ottica di genere la complessa tematica della guerra significa riprendere in esame pagine difficili, attraverso categorie di analisi che includono quanto è stato a lungo omesso anche dagli storici. Oggi vogliamo soffermarci su aspetti più umani ed intimi del ruolo delle donne nella guerra: la sofferenza spesso invisibile ma profondamente radicata nel tessuto sociale, le esperienze emotive, la paura costante, l’ansia per la sicurezza dei propri cari, l’angoscia ed il dolore per perdita dei familiari. La rappresentazione sessuale della guerra e il suo impatto sull’esperienza sociale e personale dei singoli è stata poi a lungo taciuta. Queste vicende, rimaste nell’ombra sotto il segno dello stigma e della discriminazione, con forza sono uscite allo scoperto a cominciare dalla dissoluzione della Jugoslavia: le cosiddette guerre balcaniche hanno riportato in Europa, per la prima volta dalla fine della Seconda guerra mondiale, i campi di concentramento, le pulizie etniche, gli stupri, atrocità che oggi continuano a essere registrate in tutti i Paesi dove c’è la guerra. Di fronte a queste ferite che l’umanità si trascina per decenni, ci sentiamo impotenti, non possiamo fermare i conflitti ma di fronte all’indifferenza all’assuefazione possiamo impegnarci riprendendo il motto di un grande pacifista, don Lorenzo Milani, affermare con forza “I CARE” ed impegnarci per rifondare una cultura del bene comune della pace contrastando il gioco pericoloso che punta nuovamente a militarizzare gli animi”.

A coordinare l’iniziativa è stata Monica Cat Genova, Responsabile Politiche di Genere Cisl Piemonte che ha presentato le testimoni:Takoua Ben Mohamed, autrice di libri, fumetti e documentari; Tamara Cvetkovic, coordinatrice Iscos area Balcani e Majdolen e Rita Hannakajl, sollecitate dalle domande di Stefania Uberti.

Tamara Cvetkovic, 34 anni, nata in Bosnia ed Erzegovina da un matrimonio misto, si definisce “la costruttrice di pace” e di mestiere faceva la maestra. Si occupa di coordinare dell’Area Balcani per ISCOS, ente CISL di cooperazione internazionale e lavora come coordinatrice didattica presso Università di Bologna. Nel suo intervento ha parlato della guerra nell’ex Jugoslavia tra il 1991 e il 1995, nella quale ha perso il nonno materno, tra le vittime del genocidio di Srebrenica, e della situazione attuale del suo Paese, soffermandosi sulla piaga degli stupri utilizzati come armi di guerra e sulla collaborazione con Forgotten Children of War (Bambini dimenticati dalla guerra) di Sarajevo, che sta portando avanti a sostegno dei figli nati dalle violenze attraverso una mostra dal titolo “Breaking Free” di ritratti che raccontano le storie e le voci di questi ragazzi e ragazze e delle loro madri.

Majdolen e Rita Hannakajl hanno raccontato la loro esperienza di cristiane a Mossul in Iraq, città che hanno dovuto lasciare improvvisamente in una notte dell’estate 2014 perchè minacciate dall’arrivo dell’Isis che imponeva a tutti la conversione all’Islam a costo della vita. Dopo 4 mesi trascorsi in Kurdistan senza poter lavorare e senza documenti assistiti dalla Chiesa locale, si sono spostate con la famiglia in Giordania e dopo 7 anni sono arrivate in Italia per ricostruirsi una vita: “Non torneremo più nel nostro Paese, ma è difficile lasciare le nostre radici e ricominciare. là c’è ancora un pezzo della nostra famiglia”.

Takoua Ben Mohamed è partita dal suo vissuto, figlia di un esule politico perchè considerato oppositore del regime tunisino, ha consociuto il padre all’età di 9 anni quando la famiglia lo ha raggiunto in Italia. Da bambina che indossava il velo ha subito le discriminazione dei coetanei dopo i fatti dell’11 settembre del 2001, ma è cresciuta credendo nella forza del dialogo. Il suo lavoro di reporter e fumettista l’ha portata in tanti contesti difficili: traffico di esseri umani e produzione di materiale pedopornografico in Cambogia, mamme bambine in Mozambico, violenza e discriminazioni in Iraq, ma attraverso l’elaborazione per immagini è riuscita a comunicare la guerra anche ai più giovani: “Solo partendo dalla cultura e dall’educazione possiamo davvero cambiare e far sì che certe cose non si ripetano”.

Le conclusioni dell’iniziativa sono state affidate alla segretaria organizzativa CISL Piemonte Bruna Tomasi Cont che ha fatto una sintesi del ruolo della donna in guerra: “Nella seconda guerra mondiale sono state in prima linea, pensiamo ad esempio alle staffette partigiane, una per tutte Tina Anselmi, chè è stata anche una figura rilevante per la CISL e poi nella politica italiana, come prima donna ministro. Adesso addirittura sono entrate a far parte di molti eserciti come combattenti, ma noi vogliamo soffermarci sul ruolo attivo che le donne possono avere nei processi di pace. Come CISL quello che possiamo fare, oltre a sostenere i progetti di Cooperazione Internazionale attraverso l’Iscos e fare la differenza nell’accoglienza attraverso l’Anolf, è divulgare cultura. Unitariamente lo stiamo già dfacendo nelle scuole sulla violenza di genere. Anche oggi vogliamo concludere con un messaggio di pace e quindi vi annunciamo che FNP e CISL Piemonte promuoveranno un concorso rivolto ai licei artistici del Piemonte per la produzione di opere che abbiano come tema la pace: i tre migliori lavori riceveranno un premio. Sarà l’occasione per coinvolgere le nuove generazioni e ampliare la discussione sull’argomento per sperare in un futuro diverso”.

Stefania Uberti

 

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