Alstom – Siemens: assemblea nello stabilimento di Savigliano per il nuovo assetto. Preoccupazione dei lavoratori

venerdì 29 Settembre 2017 / Industria
Assemblea Alstom foto d'archivio
Assemblea Alstom foto d'archivio

Alstom Savigliano: forte preoccupazione è stata espressa dai dipendenti  durante l’assemblea  che si è svolta per fare il punto della situazione dello stabilimento dopo l’accordo tra i colossi francese e tedesco.

La recentissima fusione tra il gruppo francese Alstom e quello tedesco Siemens porterà ad una multinazionale da 16 miliardi di fatturato l’anno del settore ferroviario che sarà seconda solo alla cinese Crrc a livello mondiale.

Alla base di questa preoccupazione c’è il fatto che l’accordo prevede il mantenimento degli attuali livelli occupazionali tedeschi e francesi senza far menzione di quelli italiani dell’Alstom. Attualmente gli stabilimenti italiani Alstom occupano circa 2700 lavoratori di cui oltre 1100 nel sito produttivo di Savigliano.

L’assemblea

L’assemblea di ieri mattina alla quale erano presenti i segretari generali piemontesi della Fim Cisl, Fiom Cgli e UIlm Uil, hanno avuto lo scopo di dare maggiori ragguagli sull’incontro che si è svolto nei giorni precedenti, a Milano, tra le segreterie menzionate.

Le dichiarazioni

“L’accordo tra l’Alstom e la Siemens è positivo se, oltre a consolidare la situazione economica e produttiva, avrà una ricaduta positiva in termini occupazionali  – afferma il segretario generala della Fim Piemonte, Antonio Sansone. Nella riunione di ieri con i responsabili Alstom abbiamo chiesto garanzie occupazionali. Il rinnovo del premio di produzione sarà un’occasione per avere certezze e chiedere garanzie sul futuro di questo stabilimento e degli altri presenti sul territorio italiano”

Sansone ha richiamato l’attenzione dei presenti anche sulle istituzioni “In Italia, oltre all’Alstom, ci sono altri quattro gruppi del settore ferroviario ma nessuno è italiano. E’ fondamentale che le nostre istituzioni pongano dei vincoli alle commesse sulla produzione di treni per il territorio italiano, in particolare per le quelle regionali. In caso contrario, rimaniamo solo un buon mercato dei gruppi stranieri senza alcuna garanzia per i lavoratori italiani che contribuiscono in modo determinante alla realizzazione del materiale per il trasporto ferroviario.

Alfonso Territo

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