Chiude la Casa di Riposo Città di Asti. Stefano Calella: “Noi gridiamo vergogna!”

sabato 31 Dicembre 2022 / Focus

ASTI, giovedì 29 dicembre, si è tenuta la fiaccolata promossa da Cgil, Cisl e Uil per protestare contro la chiusura della Casa di riposo “Città di Asti”, prevista dal primo gennaio. Non è stata infatti concessa la proroga fino al 31 marzo chiesta dalle Organizzazioni Sindacali per organizzare al meglio il trasferimento dei 132 ospiti e affrontare la ricollocazione dei circa 100 dipendenti.

Il corteo si è snodato per le vie cittadine per terminare in piazza San Secondo. Sono susseguiti diversi interventi da parte dei lavoratori e delle RSU della struttura e da parte dei funzionari di categoria (pubblico Impiego, appalti e servizi) e dei Segretari Generali Confederali.

Di seguito il toccante, ma puntuale intervento di Stefano Calella, Segretario Generale aggiunto della CISL Alessandria Asti rivolto agli ospiti, ai lavoratori e alle istituzioni:

 

Il nostro pensiero va rivolto innanzi tutto agli anziani ospiti della casa di riposo per quello che stanno vivendo, spostati come dei pacchi in altre strutture; per alcuni anche nelle zone più remote del nostro territorio, correndo il rischio di isolamento dai propri affetti e dovendosi abituare a nuovi contesti.

Non hanno dato il tempo per nessuna preparazione psicologica al trasferimento; abbiamo assistito a scene veramente strazianti (pianti, sconforto e senso di abbandono). Gli operatori hanno messo alla prova anche la condizione emotiva e psicologica nel doversi distaccare da persone che assistevano da anni come se fossero dei parenti.

Le parole del Vescovo di Asti in questi giorni sono state le più adatte per raccontare lo stato d’animo di una intera comunità: UNA TRISTEZZA PIENA DI VERGOGNA. Non finiremo mai di ringraziarlo per questa presa di posizione, per questo richiamo morale nei confronti di un territorio che deve farsi carico degli ultimi senza cadere nella indifferenza. Sono parole forti che devono toccare le coscienze di tutti e soprattutto di coloro che possono e devono incidere su scelte che ricadono sulle persone.

 Allora gridiamo VERGONA a chi non si è adoperato tempestivamente per salvare il salvabile (e si poteva) ritardando gli interventi.

 Gridiamo VERGONA per la fretta usata nel trasferire gli ospiti. Una operazione che va chiamata con il suo giusto nome: Deportazione! Solo la bontà d’animo e la professionalità di alcuni volontari di alcune strutture hanno reso meno triste e drammatico il trasferimento e per questo li ringraziamo.

Gridiamo VERGONA perché come Sindacato da anni solleviamo il problema, con scioperi, incontri e comunicati stampa:

Avevamo percepito una certa indifferenza e ostilità. Da oltre tre mesi i nostri appelli per un tavolo in Regione sono stati inascoltati; avevamo intuito che alcuni dalla Regione ci avevano abbandonati a questo misero destino. L’abbiamo capito anche quando pochi consiglieri comunali non hanno votato l’ordine del giorno, che chiedeva un tavolo in Regione e che il partito politico di questi coincideva con lo stesso partito dell’assessore competente. Quanta miseria d’animo in quel gesto… Uno schiaffo alla città, alla propria gente!

Non voglio rischiare di parlare di politica… ma troppe coincidenze ci inducono a pensare male. Entro la fine dell’anno finirà questa deportazione che qualcuno ci vuole fare intendere come una gita. Per carità abbiate almeno la decenza di non prenderci in giro, avremo anche qualche limite, ma nessuno è stupido da non capire cosa succede.

Resta il problema per un centinaio di dipendenti in attesa di ricollocazione. Sono persone che hanno lavorato per anni nel miglior modo possibile in un contesto reso precario da chi ha governato la struttura in questi anni. Sfido chiunque a lavorare con le pressioni psicologiche dovute ad una condizione d’incertezza lavorativa unita al lavoro stressante e pesante delle OSS.

Dal 1° di gennaio la maggior parte di loro rischia di restare senza retribuzione. Si tratta di dipendenti pubblici senza ammortizzatori sociali, senza cassa integrazione o indennità di disoccupazione. Tutt’altro che garantiti !.

Le conseguenze sociali che possono derivare da questa situazione sono devastanti, ci sono famiglie e bocche da sfamare.

Nell’incontro di questa mattina in Prefettura è stato promesso un nuovo tavolo di confronto entro la prima settimana di gennaio… staremo a vedere se verranno gli assessori regionali competenti e se la volontà sarà quella che ci aspettiamo.

A tal proposito vogliamo ringraziare sua Eccellenza il Prefetto, per essersi adoperato senza risparmiarsi, per tenere il tavolo di crisi aperto, con fatica e forte senso di responsabilità. Una sensibilità che va oltre il dovere istituzionale

Ai lavoratori diciamo: non vi abbandoniamo!

Cercheremo tutte le soluzioni possibili, lo faremo con le istituzioni che ci affiancheranno e incalzando tutti coloro che hanno il potere di decidere e risolvere. Il Sindacato Confederale sarà a fianco delle categorie di CGIL CISL UIL per lottare insieme contro la VERGOGNA della indifferenza.

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