Sindacati Inquilini contro Atc per l’aumento della quota a carico degli assegnatari

martedì 21 Giugno 2022 / Focus

“In queste settimane abbiamo ricevuto decine di segnalazioni da parte di inquilini nostri iscritti delle case popolari che lamentavano l’aumento nella bolletta da aprile della “quota ATC”, ovvero la spesa riferibile al compenso dell’Istituto autonomo Case popolari per la rendicontazione delle spese da addebitare agli inquilini. In qualche caso questa spesa ha superato, per gli alloggi più grandi, la quota di 8 euro al mese, ovvero oltre 96 euro annui, generalmente il costo medio per un amministratore di condominio privato nella nostra città oscilla tra i 50 e gli 80 euro all’anno per unità abitativa”.
Comincia così la lettera congiunta dei sindacati inquilini Sunia, Sicet, Uniat e Cgil Cisl Uil Area metropolitana di Torino indirizzata al Presidente Atc Torino, Emilio Bolla e all’assessore regionale alle Politiche abitative, Chiara Caucino per protestare contro una decisione ritenuta sbagliata e inopportuna.
“Non solo non siamo stati informati – scrivono i sindacati degli inquilini insieme ai sindacati confederali territoriali – ma non comprendiamo nemmeno il perché si debba pagare ad ATC un compenso per un servizio che non viene fornito in maniera soddisfacente. Infatti, nonostante le nostre sollecitazioni e quanto previsto dalla Legge regionale, gli inquilini non vengono convocati alle assemblee condominiali, non vengono inviati i resoconti completi delle spese, i conguagli non vengono effettuati annualmente in maniera puntuale, anzi a volte è capitato che siano stati addebitati insieme conguagli di più anni, creando confusione e generando morosità a causa degli alti importi richiesti addebitati in bolletta”.
Per i segretari torinesi di Sunia-Cgil, Sicet-Cisl, Unita-Uil, Sergio Contini, Simone Pensato, Domenico Paoli: “Nel contesto di grave crisi economica in cui ci troviamo, dove anche il governo sta predisponendo misure di aiuto straordinarie per le famiglie, riteniamo la decisione di ATC Torino di aumentare il proprio compenso una scelta assolutamente sbagliata. Ci rendiamo conto che in questi ultimi anni la pandemia sanitaria e l’attacco hacker possono aver creato ad ATC problemi gestionali ed amministrativi, ma questi non possono essere scaricati come costo sugli assegnatari che ricordiamo, qualora ce ne fosse bisogno, costituiscono una fascia di popolazione povera”.

 

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