Carrefour: a Torino 850 lavoratori in cassa integrazione

giovedì 25 Gennaio 2024 / Focus

La decisione del gruppo francese, che coinvolge 6 punti vendita dell’area metropolitana, è dovuta al calo di vendite e fatturato. La protesta dei sindacati

Il prossimo incontro tra i vertici aziendali di Carrefour e i rappresentanti sindacali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil Torino è fissato per mercoledì 31 gennaio. La riunione di lunedì 22, che si è svolta nel quartier generale torinese del colosso della grande distribuzione, a Rivalta, alle porte del capoluogo regionale, non ha prodotto alcun risultato. Le preoccupazioni e i timori degli 850 lavoratori di sei ipermercati dell’area metropolitana torinese, per i quali l’azienda ha attivato nei giorni scorsi l’avvio della procedura di cassa integrazione straordinaria, aumentano con il passare dei giorni.
Alla base della decisione del gruppo francese c’è il calo di vendite e di fatturato rispetto all’anno precedente, ma le organizzazioni sindacali temono un disimpegno di Carrefour dal territorio e soprattutto la crisi degli ipermercati con grandi metrature che risentono della forte concorrenza di altri marchi e pensano di tagliare i costi agendo su quelli che riguardano il personale, senza mettere mano invece a una vera riorganizzazione.
Per questa ragione i sindacati hanno chiesto di poter conoscere quale tipo di investimenti l’azienda intenda mettere in campo per risollevare le sorti dei sei punti vendita torinesi interessati dalla cassa integrazione e come pensa di agire anche sull’organizzazione del lavoro. Ma dall’ultimo vertice tra azienda e sindacati non sono emerse sostanziali novità.
La cassa integrazione, quantificata nel 20% delle ore lavorate, partirà a febbraio e durerà un anno. Riguarderà i sei ipermercati dei 43 punti vendita diretti del Piemonte e cioè quelli di Torino corso Montecucco, Collegno, Grugliasco, Moncalieri, Nichelino e Burolo. “La richiesta – ha precisato in una nota Carrefour – si rende necessaria dalla crescente complessità dello scenario economico complessivo, unitamente all’esigenza di semplificare e ottimizzare l’organizzazione delle attività in punto vendita del formato Iper al fine di assicurarne la sostenibilità economica e la continuità operativa”. L’azienda ha confermato anche “di voler continuare a consolidare la propria presenza in Piemonte, rendendosi disponibile a un confronto con tutte le istituzioni competenti interessate”.
Secondo le federazioni provinciali del Commercio e Servizi di Cgil Cisl Uil le risposte del gruppo sono state fino a oggi fumose e poco convincenti. “Non ci stupisce – hanno spiegato i rappresentanti di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil Torino – che l’azienda, come spesso succede, non abbia compreso le proposte delle rappresentanze sindacali che, con grande senso di responsabilità, hanno provato a cercare delle soluzioni alternative all’utilizzo degli ammortizzatori sociali. Chiediamo a Carrefour di non proseguire unilateralmente con la gestione della cigs e di non penalizzare economicamente le lavoratrici e i lavoratori che, tra l’altro, aspettano il rinnovo contrattuale da 4 anni, con salari fermi al 2019”.
Per Marilena Rocco, operatrice della Fisascat Cisl Torino-Canavese: “C’è preoccupazione sulla tenuta degli ipermercati e sul futuro dei lavoratori. La maggior parte dei dipendenti ha contratti part-time, spesso monoreddito, e la cassa integrazione va a incidere pesantemente sui loro stipendi, peggiorando molte le loro condizioni di vita. Un ulteriore timore è dovuto al fatto che la richiesta di cassa integrazione straordinaria richiesta dall’azienda è per crisi e non per ristrutturazione. Speriamo che nel prossimo incontro, previsto a fine mese, Carrefour cambi atteggiamento e faccia proposte migliorative rispetto all’utilizzo degli ammortizzatori sociali”. (da Conquiste del Lavoro del 25 gennaio 2024)
Rocco Zagaria

 

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