Incontro Coordinamento Politiche sociali

segretario_melis Incontro Coordinamento Politiche sociali

Il 21 settembre 2015 si è riunito il Coordinamento Politiche sociali della CISL Piemonte per fare il punto sulla situazione di Sanità e Politiche Sociali e per rilanciare la contrattazione sociale territoriale in tutti i suoi aspetti. In apertura Sergio Melis ha voluto ricollocare tutta l’attività in atto nel quadro della situazione complessiva anche alla luce delle linee di riferimento proposte a luglio nell’Assemblea Nazionale dei contrattualisti sociali.
Sono stati, quindi, richiamati gli squilibri nord-sud, la difficoltà di tenuta e il mutamento delle reti di protezione classiche, il protagonismo dei lavoratori in attività e dei pensionati oltre al ruolo della crisi che ha accelerato i cambiamenti rendendo evidente l’acuirsi dei problemi di lavoro, di sostentamento, di emergenza abitativa. E’ apparso in tutta chiarezza il consolidamento della “povertà assoluta” quale realtà strutturale e si è affermato il fenomeno della “povertà relativa” spesso con connotati di “povertà da lavoro”, impensabile nei decenni precedenti.
E’ in questo contesto che si sviluppa l’impegno della CISL, ai vari livelli, per RI-ORIENTARE e INTEGRARE le politiche di welfare, puntando alla maggior tutela inclusiva, con particolare attenzione alle nuove fragilità, alle problematiche giovanili, all’innovazione delle risposte, alla creazione di un sistema che abbia quali fari la tutela solidale, la sussidiarietà, l’efficacia e l’efficienza oltre che l’equità.
In quest’ottica risulta necessario attrezzarsi con adeguate analisi di contesto, di bisogni e di risorse disponibili, saranno di conseguenza individuati obiettivi perseguibili e interventi realizzabili e il percorso potrà sviluppare un alto coinvolgimento dei soggetti preposti agli interventi o destinatari degli stessi.
Diventerà necessario l’utilizzo di strumenti adeguati: dalle banche dati interne e esterne (e loro possibilità di connessione e confronto) ai report di verifica oltre all’utilizzo delle reti e gli interventi di armonizzazione della normativa.
La nuova dimensione in cui ci si trova a operare richiede un pieno dispiegarsi di tutte le opportunità che sviluppa la confederalità agita pienamente, con capacità contrattuali, di progettazione e di sviluppo di un vero welfare integrato. E’ la confederalità, elemento cardine del sindacato di ieri e di oggi, rinnovata nella declinazione che è richiesta dall’attualità, a essere il valore aggiunto della contrattazione sociale.
Bruna Tomasi Cont, segretario USR con delega alle politiche di genere, interviene per sottolineare l’importanza del lavoro svolto dalla contrattazione sociale in campi quali i servizi educativi per l’infanzia, la conciliazione di tempi di vita e tempi di lavoro ecc. , nel contempo richiama l’utilità di una maggiore sinergia tra i coordinamenti delle politiche di genere, delle politiche sociali e del mercato del lavoro proprio nell’ottica della costruzione di un welfare integrato con radici nelle zone. A questo proposito richiama l’importanza di realizzare connessioni tra banche dati diverse sia per fare analisi sia per costruire piattaforme e accordi e anche per sviluppare eventuali interventi normativi. Tomasi chiede, infine, la collaborazione di tutti per costruire un sistema CISL di tutela complessiva che abbia la persona al centro.

La comunicazione successiva di Aldo Roncarolo si concentra su alcuni elementi relati all’Atto aziendale e alla revisione dell’ambito distrettuale.
Atti Aziendali
Facciamo il Coordinamento in coincidenza con il giorno stabilito dalla Regione come termine per la presentazione degli Atti Aziendali.
Gli incontri con le Direzioni Aziendali su questo tema sono già avvenuti, può essere utile richiamare alcuni aspetti degli Atti Aziendali che saranno da riprendere in futuro quando si dovrà affrontare il Piano di Organizzazione delle Aziende che dagli Atti comincia ma non finisce lì.
Procedure di consultazione per la predisposizione degli atti di programmazione: è un argomento che ci coinvolge direttamente perché è attraverso queste procedure che il Sindacato può farsi sentire e confrontarsi con l’Azienda.
Organigramma, dotazione organica e funzioni attribuite a ciascuna articolazione organizzativa: l’Atto Aziendale abbozza alcuni aspetti che saranno precisati e declinato da qui alla fine dell’anno
Prevenzione della corruzione e trasparenza: è un organismo che, coordinandosi con altri uffici dell’Azienda (come il Controllo di Gestione e il Comitato di Valutazione), deve vigilare sul corretto comportamento nella gestione aziendale e impedire fenomeni di malcostume. Può svolgere la sua funzione solo a condizione di essere sufficientemente indipendente dalla Direzione Generale che lo ha nominato.
Fatto questa veloce sintesi cosa si può supporre nel prossimo futuro?
Organizzazione ospedaliera
Intanto sembrerebbe che, mantenuto fermo il principio che in ogni Azienda il numero dei posti letto è indicato dalla Regione nelle delibere emanate a suo tempo e non subirà variazioni, proprio dalle istruzioni fornite per la compilazione degli Atti Aziendali si può intravedere un’apertura che non prevede una revisione dei totali già detti ma che permetterebbe, a cifre invariate, una certa libertà alle Direzioni in merito alla loro allocazione e alla distribuzione alle varie specialità.
La parte che più ci interessa è però quella che riguarda la nuova organizzazione del Distretto Sanitario.
Occorre premettere che negli anni il concetto stesso di ospedale si è modificato profondamente: ha perso molto la sua connotazione di struttura segregante come aveva in passato, infatti da luogo utilizzato per separare il mondo della malattia dal mondo dei sani si è trasformato nel luogo in cui si collocano le tecnologie sofisticate di alto e altissimo livello. Visto l’ospedale sotto questo profilo cadono alcuni pregiudizi che vedono il distretto contrapposto all’ospedale perché il primo unisce e il secondo isola.
È vero che l’ospedale produce una separazione netta tra chi sta è in salute e chi è preso dalla malattia ma non è più vero, come in passato, che la sua funzione prevalente è creare una barriera: è molto più importante la sua funzione di luogo di cura specializzato.

Evoluzione della spesa indirizzata al territorio
Dai documenti regionali si ricava che nel decennio dal 2000 al 2009 la spesa territoriale è cresciuta in termini assoluti e percentuali passando dal 47,8% del 2000 al 52,4% nel 2009, non c’è motivo per pensare che la tendenza abbia subito inversioni.
La crescita non deve però far nascere troppe illusioni, in termini assoluti e percentuali l’incremento si è concentrato su due voci: le spese per diagnostica specialistica e strumentale e le spese farmaceutiche, mentre è diminuito l’impegno su residenzialità e assistenza domiciliare.
Su queste due voci ha avuto influenza quella che è definita “medicina difensiva” che consiste nella pratica da parte di alcuni medici di prescrivere non quanto in coscienza ritengono possa essere utile alla cura ma anche quello che serve ad allontanare da sé il rischio di accuse di imperizia o di scarsa attenzione al paziente.
Primi passi verso un “Distretto forte”
Se esaminiamo in alcuni dettagli le istruzioni impartite per la realizzazione dei nuovi Distretti possiamo riscontrare che in effetti si può leggere la spinta alla costituzione di un distretto davvero forte: ci sono due significative indicazioni che vanno in questa direzione.
La prima riguarda il ruolo di “negoziatore” che viene assegnato al distretto: gli si riconosce infatti la capacità di porsi in confronto negoziale sia con i fornitori di servizi esterni, sia con i fornitori interni all’Azienda. In questa posizione al distretto è dato il compito di acquisire in azienda e fuori dall’azienda quelle prestazioni che risultano utili alla popolazione da servire. il Distretto si configura perciò quale committente, nell’esercizio della funzione di analisi/valutazione del fabbisogno del proprio territorio, programmazione e controllo.
Alla Direzione Aziendale è data una funzione di regolazione interna e di composizione delle tensioni tra i vari servizi e tra interno/esterno dell’Azienda stessa. Sembrerebbe che al Direttore Generale sia riconosciuta una posizione da “monarca costituzionale”: comporre i conflitti e mantenere l’unità del sistema.
La seconda riguarda la posizione del Direttore del Distretto: è un dirigente di “struttura complessa” ma un po’ diverso dai suoi colleghi perché rispetto al Distretto gli viene riconosciuto lo stesso rango che ha il direttore di presidio rispetto all’ospedale che è chiamato dirigere.
Se questi due elementi trovano concreta realizzazione il passaggio a un Distretto veramente più forte diventa possibile nei fatti e non soltanto nei documenti.
Si apre , a questo punto, il dibattito
Gli interventi evidenziano la necessità e la contemporanea difficoltà della revisione distrettuale, la necessità della coincidenza del distretto con gli enti erogatori dei servizi senza creare duplicazioni di sorta. Vengono avanzate riflessioni circa la necessità di adeguare le presenze ai tavoli di confronto locale per rispondere alle aumentate richieste di competenza, si sottolinea che lo sviluppo della contrattazione è nell’ottica di un welfare integrato, emerge con chiarezza il ruolo strategico del presidio zonale inteso non solo come sede di erogazione di servizio ma quale agente di conoscenza, progettazione e azione nella nuova contrattazione.

Viene riportata l’iniziativa di richiesta di allungamento dei tempi per analisi ed esami clinici e di saturazione nell’utilizzo dei macchiari.
Alcuni interventi mettono in evidenza la necessità di avere strumenti di rilevazione e analisi e conseguente socializzazione di informazioni e buone prassi, alcune sollecitazioni vanno nella direzione del maggior coinvolgimento delle federazioni degli attivi nell’attività contrattuale sociale e il ruolo che l’Assemblea Organizzativa Programmatica alle porte per una ridefinizione e messa a punto dell’organizzazione in ottica di contrattazione integrata. Viene richiesto un aiuto nel controllo dei bilanci degli enti gestori che a volte sfuggono al controllo.
Vengono evidenziati alcuni temi che richiedono maggiore attenzione nell’attività di contrattazione che possiamo definire di ”prossimità”, tra questi: l’immigrazione, l’integrazione socio-assistenziale-sanitaria, tutto il tema degli appalti, il tema della cura nella sua accezione più ampia ma anche più concreta.
In chiusura
Sergio Melis ringrazia tutti per il lavoro che viene quotidianamente svolto, ringrazia per l’ampio contributo al dibattito e chiede di tener presenti alcuni elementi.
1. La contrattazione di prossimità si potrà realizzare al meglio con il coinvolgimento di tutte le categorie
2. La gestione delle risorse non può prescindere da un adeguato piano di azione
3. La contrattazione deve essere integrata altrimenti non fornisce risposte di spessore
4. Le zone sono il fulcro di ogni azione contrattuale
5. L’assemblea Programmatica Organizzativa è un momento fondamentale per fare il punto della situazione e tracciare le linee di lavoro per il futuro
6. Il ruolo dell’USR sarà politico ai tavoli regionali e di supporto laddove ce ne fosse bisogno nei territori
7. Gli strumenti a disposizione devono essere il valore aggiunto della nostra azione e per questo sono previsti due momenti formativi
• Sull’utilizzo delle banche dati
• Sulla conoscenza dei nuovi bilanci pubblici.
Tutti, infine, siamo chiamati a mettere il giusto tassello al puzzle di sviluppo del territorio, del Paese e anche della nostra Organizzazione.

Sergio Melis e Aldo Roncarolo

 

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