#VertenzaTorino: la due giorni dei metalmeccanici in piazza Castello

venerdì 14 Febbraio 2020 / Focus

Si è chiusa venerdì 14 febbraio, con il dibattito: “Quale futuro e quale strada da scegliere”, la “due giorni” di Fim Fiom Uilm Torino. L’obiettivo della “48 Ore” promossa dai metalmeccanici torinesi era quello di riaccendere i riflettori sulla Vertenza Torino e su una crisi che in 10 anni ha bruciato quasi diecimila posti di lavoro in città e alcune decina di migliaia in tutta la regione, in prevalenza nel settore dell’automotive.

Per il docente del Politecnico Marco Cantamessa intervenuto al dibattito di piazza Castello: “Le auto del futuro saranno relativamente semplici da produrre, con operazioni che richiederanno meno operai. Il vero valore aggiunto, e il vero impatto occupazionale, sarà da ricercarsi più nelle ingegnerie che nelle officine”. In attesa di capire che cosa succederà a Torino con la fusione tra Fca-Psa, Fim Fiom Uilm hanno presentato le loro proposte per uscire dalla crisi. Nel documento, in otto punti, si parla di ammortizzatori sociali, sviluppo della filiera automotive, di produzioni complementari, infrastrutture e sovrastrutture, formazione e riqualificazione, volumi produttivi, nuovi palyer globali e di aerospazio.

A ricordare alla città, al paese, alla politica e agli imprenditori che dietro ogni posto di lavoro perso o a rischio ci sono persone, donne e uomini, con le loro storie, la loro vita e i loro affetti, sono stati proprio i lavoratori delle aziende in crisi: Lear, ex Embraco, Martor, Mahle, Comital LamaluAvionitaly Moreggia, Olisistem, Csp Innovazione e Fca Mirafiori. Con il sole a illuminare le loro tute, gli sguardi fieri di chi lotta per il proprio futuro e quello delle loro famiglie e di chi sopravvive come può, con le bollette e il mutuo da pagare, la spesa da fare, i figli da far studiare, si sono alternati dal piccolo palco, montato al centro della piazza, Matteo, Domenico, Mario, Fabio, Felice, Francesco, Rosario, Emanuela, Claudio e Beppe. Dai loro racconti e testimonianze sono emerse le difficoltà e la speranza del cambiamento, la semplicità e l’orgoglio operaio e soprattutto la voglia di farcela.

“Dietro ai numeri della crisi –  hanno ripetuto i segretari generali di Fim Fiom Uilm, Davide Provenzano, Edi Lazzi e Luigi Paone – ci sono le persone, uomini e donne, padri e madri in difficoltà, a volte con veri drammi familiari. Continueremo a lottare per dare una svolta e voltare pagina”. Per Davide Provenzano, leader della Fim Torino-Canavese: “Non è un caso che ci siamo trovati sotto la sede della Regione. Da qui vogliamo dare la sveglia alle istituzioni di Torino e del Piemonte perché stiamo diventando un deserto industriale”.

Pieno sostegno e vicinanza ai metalmeccanici sono arrivate dalla Cisl Torino e Piemonte, presenti in piazza Castello con i segretari generali Lo Bianco e Ferraris. “Da un lato – ha spiegato il segretario generale Cisl Torino Canavese Lo Bianco – c’è la necessità di affrontare l’emergenza con il rinnovo degli ammortizzatori sociali e la messa in campo di politiche attive efficaci, con la collaborazione del sistema delle imprese per l’individuazione dei reali fabbisogni professionali; dall’altro l’esigenza di elaborare una strategia di lungo respiro che affronti nodi cruciali come il problema demografico e nuove opportunità di sviluppo, capaci di attrarre investimenti e creare posti di lavoro”.

“L’importante iniziativa di Fim Fiom Uilm torinesi – ha evidenziato il segretario generale Cisl Piemonte, Alessio Ferraris – serve a riaccendere i riflettori sulla crisi che ha investito il Piemonte, e in particolare la città di Torino, che vede tutto il sindacato impegnato nella ricerca di soluzioni per il rilancio dell’area metropolitana e della regione”.

Rocco Zagaria

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