Tav: sospeso lo sciopero dei lavoratori del Cantiere di Chiomonte. Dubbi francesi sull’opera

sabato 22 Luglio 2017 / Attualità
Torino-Lione primo piano
Torino-Lione

Non c’è pace sulla Tav. Ad accendere gli animi questa volta in Val di Susa sono due questioni apparentemente disgiunte tra loro. La prima è una vertenza di lavoro che investe 45 dipendenti, in gran parte valsusini, della Cmc, azienda capofila della “Venaus Scarl”, società che si occupa degli scavi del cantiere geognostico Tav alla Maddalena di Chiomonte, e la seconda è l’annuncio del governo francese  di una “pausa di riflessione” sulla realizzazione della Torino-Lione. Procediamo con ordine. “Sciopero a oltranza su tre turni fino a quando non ci saranno garanzie sul futuro occupazionale”: è stata questa la decisione, presa nei giorni scorsi in assemblea e attuata fino a ieri da tutti i 45 lavoratori della Cmc, la ditta che ha eseguito i lavori geognostici al cantiere Tav alla Maddalena di Chiomonte. Mesi fa già altri 50 dipendenti della Cmc sono stati dichiarati in esubero e hanno dovuto abbandonare il cantiere per mancanza di lavoro. Fra qualche mese rischiano di fare la stessa fine anche i 45 lavoratori rimasti.

Per capire come si è arrivati a questa situazione, occorre partire dalla decisone, presa a febbraio, della Telt (Tunnel Euroalpin Lyon Turin) di accorciare, con un progetto di variante della tratta transfronatliera, la lunghezza del tunnel geognostico di 500 metri rispetto ai 7,5 chilometri originariamente previsti e di non realizzare più la galleria di ventilazione in Val Clarea, assegnando la stessa funzione al Tunnel della Maddalena. La novità principale consiste nel fatto che il tunnel di base non sarà più scavato da Susa, ma da Chiomonte, anche per ragioni di ordine pubblico. Quindi, il cantiere già attivo alla Maddalena per il cunicolo esplorativo dovrà essere ampliato e adeguato alle nuove esigenze. Si è pensato così di utilizzare i 5 milioni di euro, recuperati dalla mancata esecuzione degli ultimi 500 metri di scavo e della centrale di ventilazione in Val Clarea, per lastricare la galleria e realizzare altri interventi propedeutici alla trasformazione del cantiere Tav da esplorativo a principale, affidando direttamente i lavori alla “Venaus Scarl”, e quindi alla Cmc, garantendo così l’occupazione almeno fino a maggio 2018.

La Commissione intergovernativa Italo-Francese, riunita a Parigi il 6 luglio scorso, ha però bocciato questa ipotesi di assegnazione dei lavori e chiesto una nuova gara di appalto, in base alle norme europee. Un “pasticcio” che rischia di interrompere i lavori nel cantiere e di far diminuire l’occupazione in Val Susa, invece di aumentala. La Telt, in una nota stampa diffusa nei giorni scorsi, ha affermato di comprendere “le preoccupazioni degli operai che hanno realizzato con competenza, nei tempi previsti, nel rispetto dei costi e senza incidentalità, pur in condizioni di lavoro difficili, la galleria geognostica della Maddalena a Chiomonte. Lo scavo del tunnel è finito a febbraio, mentre le opere di finitura, in corso, si completeranno in autunno e al termine dei lavori si avrà la naturale cessazione del contratto con il raggruppamento di imprese. In questi cinque anni si è creato un bagaglio di competenze unico che potrà diventare un valore aggiunto anche per le imprese che saranno coinvolte nelle prossime fasi di cantiere”.

Così, dopo nove giornate di sciopero delle maestranze e su pressione di tutti soggetti coinvolti è stata fissata nella giornata di ieri una riunione in Prefettura, a Torino. Dall’incontro, al quale hanno partecipato il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, il prefetto di Torino, Renato Saccone, il commissario di Governo, Paolo Foietta, il direttore generale di Telt, Mario Virano e i sindacati degli edili, Fillea, Filca e Feneal è emersa la volontà di trovare soluzioni condivise e la decisione di istituire, a partire da giovedì 27 luglio, un tavolo tecnico regionale presso l’assessorato regionale al Lavoro per affrontare la questione occupazionale del cantiere e l’applicabilità delle clausole sociali nei prossimi bandi di gara.

“I nostri obiettivi principali – ha detto il segretario della Filca Cisl Torino-Canavese, Gerri Castelli al termine della riunione – sono tre: la continuità dell’attività di cantiere, la continuità lavorativa all’interno di esso e l’applicazione di clausole di salvaguardia per i lavoratori in caso di cambio di appalto”. Per i sindacati degli edili Filca Feneal Fillea: “Si è condiviso l’impegno a evitare i licenziamenti attuali e futuri. A noi interessa garantire l’occupazione e che questa sia in prevalenza della Valle di Susa. Dal 2012 questi operai hanno subito sassaiole, insulti e minacce e non possono essere trattati come lavoratori qualsiasi”.

L’altra novità di queste ore sulla Tav arriva dai cugini d’Oltralpe che hanno annunciato di voler prendere una pausa di riflessione sulla Torino-Lione. Il segretario di Stato francese ai TrasportiElisabeth Borne, ha spiegato in una intervista al sito ecologista Reperterre, ripresa da diversi portali internet transalpini, che il governo di Parigi intende fare una riflessione su alcuni dossier riguardanti diverse infrastrutture, tra cui la linea ferroviaria ad Alta velocità. La pausa annunciata dal ministro riguarderà tutto il tratto della linea ad alta capacità in Francia, ma non quello internazionale da Saint Jeanne de Mauriénne e Susa per cui sono già partiti i lavori. “La Torino-Lione  – ha evidenziato la ministra francese – rientra tra quei progetti oggetto di riflessione da parte del presidente Macron, ma conserva la sua specificità in quanto finanziata al 40% dall’Unione europea, al 35%, dall’Italia, e che fa parte delle reti trans europee”. Perplessità sull’annuncio francese sono state espresse dal presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino e del presidente di Telt, Mario Virano. “Sarebbe ridicolo – ha sottolineato il governatore piemontese – rimetterla in discussione. Altra cosa è che la Francia faccia come abbiamo fatto noi con il progetto low cost di accesso al tunnel di base. Anzi, questo sarebbe auspicabile, ma bisogna mantenere l’impegno pieno sull’opera”. Per Mario Virano, direttore generale di Telt: “È inutile fare processi alle intenzioni, dobbiamo capire cosa le prime uscite vogliono dire, ci sono già state delle parziali rettifiche. Quello che è certo è che sono già stati fatti 20 chilometri di gallerie, ci sono grandi cantieri, c’è un impegno finanziario europeo. Il buon senso suggerisce che la tratta transfrontaliera non avrà limitazioni. Abbiamo un appuntamento con il ministro Delrio la prossima settimana e a settembre un bilaterale. Nei prossimi giorni capiremo meglio”.

Rocco Zagaria

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