Ex Embraco, i lavoratori a Governo e Regione: “Riconvertiamo la fabbrica per produrre respiratori e mascherine”

venerdì 3 Aprile 2020 / Focus
Manifestazione-Ex Embraco-
Manifestazione-Ex Embraco-

L’appello dei 400 lavoratori della fabbrica ex Embraco di Chieri che rischiano però di non ricevere più la cassa integrazione

“Gentilissimi Signori, in questo momento drammatico per la nostra nazione, siamo qui per porvi una questione che ci tocca sia come cittadini che come lavoratori. Come ben sapete, la Ventures ha a disposizione un grande capannone totalmente vuoto e la disponibilità di 400 persone a lavorare da subito. Per questo ci rendiamo disponibili a produrre qualsiasi attrezzatura sanitaria serva in questo momento. Il forte senso civico e di responsabilità che sentiamo in questi giorni ci aiuteranno ad affrontare le eventuali difficoltà nelle produzioni che considererete necessarie”. Sono questi i passaggi salienti della lettera inviata nei giorni scorsi dai 400 lavoratori ex Embraco al ministro dello Sviluppo economico Patuanelli, al presidente della Regione Piemonte Cirio e ai dirigenti di Ventures e e Whirlpool. “Pensiamo – sottolineano nella missiva i lavoratori – che se lavoraste tutti in sinergia, potreste vagliare la fattibilità di questo nostro pensiero trovando la produzione che al momento serve di più al nostro amato Paese”.

L’idea dei lavoratori – che è quella di fabbricare nei capannoni ormai vuoti di Chieri respiratori e mascherine – è stata subito rilanciata dal governatore Alberto Cirio e dall’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino, che hanno scritto a loro volta una lettera al ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, al commissario straordinario Domenico Arcuri e al sottosegratario Alessandra Todde per chiedere di favorire la riconversione degli impianti Ventures di Riva di Chieri. “Lo stabilimento – spiegano Cirio e Chiorino – potrebbe trovare un nuovo avvio dell’attività con un riconversione alla produzione o all’assemblaggio dei dispositivi la cui necessità è aumentata in modo esponenziale dall’inizio dell’emergenza coronavirus nel nostro Paese. Si potrebbe anche valutare l’impiego di almeno parte delle maestranze, che hanno acquisito un’esperienza ormai consolidata nell’ambito dell’assemblaggio di elementi meccanici, presso altri stabilimenti produttivi che hanno necessità di manodopera già formata”.

Per Arcangelo Montemerano della Fim Cisl Torino-Canavese: “Si tratta di una buona idea e mi auguro che il governo la prenda in seria considerazione. I lavoratori della Embraco sarabbero onorati e orgogliosi di dare una mano concreta ai cittadini italiani in questo momento così difficile. Ancora una volta, i lavoratori italiani dimostrano grande senso di appartenenza e responsabilità verso tutto il Paese”. Nemmeno il tempo di entusiasmarsi per una iniziativa così nobile che un’altra tegola è caduta sulla testa dei lavoratori ex Embraco. Dal mese di aprile rischiano di vedersi sospeso il pagamento della cassa integrazione. “Oltre ai ritardi già segnalati nell’erogazione degli stipendi di novembre, dicembre e della tredicesima, che tuttora non sono stati versati, – denunciano in una nota Fim Fiom Uilm – il recesso contrattuale dello studio che si occupava di produrre i listini paga per la società Ventures rischia di bloccare i pagamenti degli ammortizzatori sociali. In una fase delicata come quella che sta attraversando il Paese, è inaccettabile che i lavoratori ex Embraco e le loro famiglie rimangano senza alcuna fonte di sostentamento”.

Rocco Zagaria

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