Automotive: in 317 a rischio alla Sfc Solutions di Ciriè
I lavoratori hanno incrociato le braccia un’ora e mezza per turno, preoccupati del futuro produttivo dell’impianto che produce guarnizioni per auto, camion e furgoni
Calo della produzione e scarsi investimenti: sono questi i motivi di fondo che hanno spinto i 317 addetti della Sfc Solutions, azienda che produce guarnizioni per l’abitacolo degli automezzi, in particolare per automobili, camion, furgoni e trattori, con sede a Ciriè, nel torinese, a scioperare il 3 settembre scorso.
I dipendenti dello stabilimento hanno incrociato le braccia per un’ora e mezza durante i tre turni giornalieri. “Questa difficile situazione – affermano in una nota unitaria la Rsu aziendale e le segreterie territoriali di Filctem Cgil, Femca Cisl, UilTec Uil, che hanno indetto un presidio davanti ai cancelli della fabbrica durante l’astensione dal lavoro – si aggiunge alla crisi in atto nel settore auto nazionale e più nello specifico in quello torinese, alimentando tra tutti i dipendenti della Sfc Solutions forte preoccupazione per il futuro e quello delle loro famiglie”.
L’azienda di Ciriè rifornisce aziende come Stellantis, ma anche altri produttori come Volkswagen, Volvo e Iveco. Nei prossimi mesi Sfc Solutions stima addirittura una calo del fatturato del 25-30% nel settore dei furgoni che sta facendo registrare una pesante flessione della produzione anche a livello nazionale. L’azienda di Ciriè è stata acquistata nel 2020 dal fondo Mutares, e da quel momento, secondo i sindacati, è iniziata una graduale discesa dell’impianto. “La produzione va a singhiozzo – spiegano i delegati Walter Dughera di Femca Cisl, Pierangelo Vissaro di Filctem Cgil e Vincenzo Reggina di UilTec – anche per mancanza di materie prime, con giornate lavorative spezzate. A fine agosto c’è stato l’annuncio di un ritardo nel pagamento degli stipendi che ha provocato una dura reazione dei lavoratori, con due ore di sciopero per turno. Solo protestando siamo riusciti a ottenere i pagamenti nei tempi giusti. Ora, però, temiamo che la situazione possa ripetersi, con nuovi ritardi a settembre”.
La protesta dei lavoratori rappresenta un segnale forte di allarme verso le istituzioni e una richiesta di interventi concreti, soprattutto finanziari, da parte del fondo Mutares per garantire la continuità produttiva e salvaguardare l’occupazione dello stabilimento di Ciriè. Cresce intanto il timore degli operai e dei sindacati per un possibile ricorso agli ammortizzatori sociali, anche se fino ad oggi nel confronto tra azienda e rsu l’utilizzo della cassa integrazione non è stato mai all’ordine del giorno.
“I volumi di produzione di settembre dello stabilimento sono bassi e non garantiscono la saturazione occupazionale dei lavoratori – spiega il segretario territoriale della Femca Cisl Torino-Canavese, Vincenzo Palermo. Ci preoccupa l’assenza di investimenti da parte della proprietà per aggiornare le catene produttive, adeguandole ai tempi. Nello stabilimento è necessaria una ristrutturazione dell’edificio e delle attrezzature da lavoro”.
A luglio i sindacati hanno incontrato la sindaca di Ciriè Loredana Devietti, che visiterà lo stabilimento il prossimo 25 settembre, per illustrare alla prima cittadna la situazione della fabbrica. Con la crisi del Sfc Solutions si apre un nuovo fronte di crisi nel settore dell’automotive torinese già provato dalla difficile situazione di Mirafiori e di altre aziende del settore. L’autunno caldo dell’automotive è già iniziato. (da Conquiste del Lavoro del 5 settembre 2024).
Rocco Zagaria
Categoria: Attualità