A Torino più di cento rls raccolgono la sfida della “sicurezza”

lunedì 7 Novembre 2016 / Territorio
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Più di cento rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (rls e rlst) hanno partecipato oggi a Torino al secondo appuntamento sulla sicurezza promosso da Cisl Piemonte e Cisl Torino-Canavese in occasione della settimana europea per la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Nel Polo culturale di via Lombroso del capoluogo regionale si è parlato del ruolo degli rls, con i segretari territoriale e regionale della Cisl, Domenico Lo Bianco e Marcello Maggio, la responsabile salute e sicurezza della Cisl nazionale, Cinzia Frascheri e numerosi altri ospiti che hanno animato la tavola rotonda coordinata dalla segretaria della Cisl Torino – Canavese, Cristina Terrenati. Sono intervenuti, tra gli altri, il segretario generale Fim, Claudio Chiarle, la responsabile Inas Cisl provinciale, Domenica Cetani, il responsabile salute e sicurezza del gruppo Avio, Vincenzo Micheli, e Il presidente Associazione regionale medici del lavoro, Giantommaso Pagliaro.
“Abbiamo deciso di fare assemblee territoriali degli rls – ha spiegato il segretario regionale Cisl, Marcello Maggio, introducendo i lavori – per coinvolgere di più i rappresentanti per la sicurezza e le categorie in un progetto più ampio e condiviso con le Unioni territoriali. Oltre all’aggiornamento sulla normativa è nostro obiettivo qualificare i nostri sportelli territoriali per la sicurezza e confrontarci con gli altri soggetti che hanno ruolo e competenze in materia”.
“Il ruolo del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza – ha spiegato la responsabile nazionale Cisl di Salute e Sicurezza, Cinzia Frascheri – non cambia dal lato dei diritti e delle attribuzioni che deve svolgere perché è già tutto normato. Muta invece il modello organizzativo e il mercato del lavoro e per questo l’rls deve sviluppare le sue competenze ed essere ancora sempre di più un punto di riferimento fondamentale per i lavoratori”.
Per la responsabile Inas della Cisl Area metropolitana, Domenica Cetani, intervenuta nella tavola rotonda della mattinata: ”Il patronato resta l’ultima spiaggia per molti rls e lavoratori. Il quadro delle malattie professionali è radicalmente cambiato rispetto a qualche anno fa. E credo anche che gli rls spesso si sentano soli e impotenti di fronte a problemi più grandi di loro. Vanno studiate forme di protezione per quei lavoratori che decidono di denunciare abusi e violazioni delle norme”.
Il segretario generale della Fim, Claudio Chiarle, ricorre a qualche dato sulla sua federazione per inquadrare il fenomeno rls.
“In Fim a Torino seguiamo circa 640 aziende nelle quali operano 456 rsu, di cui 166 rls. Nelle aziende medio piccole la nostra presenza come rls è molto ridotta e di quei 166 solo un paio hanno meno di 35 anni. Chi pensa, anche in Cisl, che le due figure rsu e rls debbano essere distinte, sbaglia di grosso. L’rls ha valore e ruolo solo se contratta perché è a tutti gli effetti un sindacalista competente e specializzato”.
Nelle sue conclusioni il segretario generale della Cisl Torino-Canavese, Domenico Lo Bianco, ha ringraziato i partecipanti e i relatori per l’ottima riuscita dell’iniziativa torinese e sottolineato ancora una volta l’importanza del ruolo e della figura dell’rls nei posti di lavoro. “Dobbiamo sconfiggere insieme l’impotenza, la paura e la solitudine – ha rimarcato il segretario Lo Bianco – che troppo spesso avvertite e vivete sulla vostra pelle nello svolgere il vostro delicato e fondamentale ruolo. Con lo ‘Sportello Salute Sicurezza e Ambiente’ della Cisl di Torino-Canavese (su First Class è già operativa la finestra PUNTO SICURO TORINO a cui indirizzare le proprie comunicazioni usando la mail: ), che lanciamo in queste settimane, vogliamo costruire una rete di persone, ma anche un luogo, una casa, nella quale comunicare tra voi, superando l’isolamento, trovare le risposte e gli strumenti di cui avete bisogno per svolgere al meglio la vostra attività nei posti di lavoro. C’è bisogno di formazione continua, ma anche di una maggiore integrazione con il nostro patronato Inas. C’è ancora parecchio da fare, ma la partecipazione odierna getta basi solide per il futuro”. R.Z.

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