Area metropolitana Torino: da maggio 17mila lavoratori dell’artigianato senza cassa integrazione

lunedì 28 Settembre 2020 / Focus

Diciassettemila lavoratori del settore artigiano, nell’area metropolitana di Torino, attendono dal mese di maggio 2020 il pagamento del sostegno. Dopo i gravi ritardi già sopportati dai lavoratori nei mesi febbraio, marzo e aprile, ora si stanno aspettando le mensilità di maggio, giugno e luglio.

CGIL CISL UIL di Torino, ritengono inaccettabile il ritardo nell’invio delle risorse finanziarie destinate al Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato – FSBA, da parte del Ministero del Lavoro, per il pagamento della Cassa Integrazione alle lavoratrici ed ai lavoratori dell’artigianato torinese e piemontese sospesi a causa del Covid.

I soldi stanziati nel decreto Covid di agosto, quantificati sulla base della rendicontazione che FSBA aveva sollecitamente inviato ai ministeri, non sono ancora arrivati.

Mancano all’appello 500 milioni di euro e i lavoratori manifestano legittimamente la propria rabbia attraverso i social, rivolgendosi ai nostri uffici e ai delegati sindacali, chiedendo ragione di questo ennesimo ritardo. Il mondo dell’Artigianato è generalmente “silenzioso” perché fatto di piccole imprese e di pochi lavoratori in ogni Azienda, che spesso non riescono a far sentire la loro voce; se però il settore si indebolisse, l’effetto sull’economia territoriale potrebbe essere dirompente. Si tratta di un comparto vitale per il nostro territorio e i lavoratori stanno pagando un prezzo altissimo.

CGIL CISL UIL denunciano la mancanza di  attenzione da parte del Governo e dei Ministeri competenti verso i bisogni primari delle persone. Anche questa situazione rende ancora più evidente e necessaria una riforma in senso universalistico del sistema degli ammortizzatori sociali nel nostro Paese.

Sembra che esista un interesse a screditare il lavoro che la bilateralità artigiana ha svolto in tutti questi anni e durante il drammatico periodo Covid, occupandosi concretamente del sostegno al reddito dei lavoratori, al punto di avere già anticipato 260 milioni di proprie risorse per consentire il pagamento della Cassa integrazione.

CGIL CISL UIL non ci stanno e sollecitano il Prefetto a farsi parte attiva nei confronti del Governo nazionale e le Istituzioni locali ad intervenire per placare il disagio e la rabbia crescente dei lavoratori e delle imprese.

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