La denuncia dei sindacati che hanno dedicato al tema delle morti bianche il Primo Maggio. Nel 2024 in regione sono state 74 le vittime sul lavoro e quasi 36 mila gli infortuni
Strage dopo strage, poco o nulla è cambiato in questi anni per quanto riguarda le morti sul lavoro. Per questo Cgil Cisl Uil hanno voluto dedicare il Primo Maggio 2025 proprio al tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro con lo slogan “Uniti per un lavoro sicuro”. E la scia di sangue non accenna a fermarsi nemmeno in questi primi mesi del 2025. In Piemonte sono state già 13 le vittime sul lavoro dall’inizio dell’anno, di cui più della metà (7) in provincia di Torino. Una catena di morti che provoca sgomento, rabbia e dolore, in modo particolare alle famiglie di chi non fa più ritorno a casa dal posto di lavoro.
Nel 2024 i decessi sul lavoro in Piemonte erano stati 70, secondo i dati Inail, di cui 19 in itinere, ovvero durante il tragitto casa-lavoro; un dato sostanzialmente in linea con quello dell’anno precedente, quando erano stati 74, di cui 13 in itinere. Morti che sono la punta di un iceberg, perché gli incidenti totali sono stati molti di più: 35.850 nel 2024, 35.748 l’anno precedente.
Secondo il report annuale della Cisl sul secondo semestre del 2024, il settore più colpito in Piemonte è il terziario con più di 11 mila incidenti, davanti all’industria con poco più di 10 mila: meno impattante il fenomeno su artigianato e agricoltura. Tra gli infortuni che hanno comportato più di tre giorni di assenza, le fasce di età più a rischio sono quelle tra i 50 e i 54 anni, con 362 episodi, e tra i 55 e i 59 anni, 320 casi che l’invecchiamento della popolazione lavorativa diviene sempre più un tema centrale nelle valutazioni dei rischi. Il tema della sicurezza sul lavoro resta uno dei temi centrali dell’agenda sindacale. “Dopo le tragedie di Brandizzo nel 2024, del crollo della gru di via Genova, a Torino, e della caduta della funivia del Mottarone, a Verbania, entrambi nel 2021, – spiega il segretario generale Cisl Piemonte, Luca Caretti – abbiamo cercato di fare qualcosa come sindacato. Circa un anno fa abbiamo condiviso un Piano regionale su salute e sicurezza. La Regione ha stanziato 14 milioni di euro nell’arco del triennio su investimenti relativi al potenziamento del personale, in particolar modo per quanto riguarda gli Spresal (Servizio per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro). Risorse che servono anche per la formazione e l’aggiornamento delle figure professionali preposte alla sicurezza negli ambienti di lavoro”.
Cultura della prevenzione e, soprattutto, il miglioramento del sistema dei controlli con l’aumento del numero degli ispettori, quindi delle ispezioni: sono alcune delle priorità evidenziate dai sindacati confederali alla presentazione del tradizionale corteo del 1 maggio a Torino. Secondo Cgil Cisl Uil torinesi il tema della prevenzione e dei controlli è decisivo, oggi tutte le strutture dedicate ai controlli hanno un numero di persone insufficiente, ne servirebbero il doppio. Per il segretario generale della Cisl Torino-Canavese, Giuseppe Filippone, quella per un lavoro sicuro “è una lotta che va portata avanti anche in ottica di sistema. Manca la base da cui partire, la cultura della prevenzione e della sicurezza ed è il momento di fare un patto fra tutte le parti sociali chiamate in causa, di mettere in atto le norme che ci sono, di fare le dovute ispezioni. All’Asl 1 di Torino sono previsti 50 ispettori e ce ne sono meno della metà”. Il segretario generale della Cisl Torino-Canavese richiama anche gli insegnamenti di Papa Francesco. “Il Pontefice – spiega Filippone – è intervenuto tante volte su questo tema ricordando che non possiamo abituarci agli incidenti sul lavoro, né rassegnarci all’indifferenza verso gli infortuni. Non possiamo accettare lo scarto della vita umana. Le morti e gli infortuni sono un tragico impoverimento sociale che riguarda tutti, non solo le imprese o le famiglie coinvolte”. (Da Conquiste del Lavoro del 3 maggio 2025)
Rocco Zagaria