Sgomberi case occupate, Sicet Cisl: “Evitare operazioni sommarie”

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case popolari Sgomberi case occupate, Sicet Cisl: “Evitare operazioni sommarie”

I segretari nazionale e regionale Sicet Cisl, Nino Falotico e Gianni Baratta, intervengono su provvedimento del Viminale relativo a sgomberi delle case occupate.

Continua a far discutere il provvedimento del Ministero dell’Interno sugli sgomberi delle case occupate. “Sulla stretta annunciata dal Viminale sulle occupazioni abusive di immobili si proceda con cautela predisponendo soluzioni alternative per i nuclei familiari più deboli”. È quanto chiede il segretario generale del Sicet Cisl, Nino Falotico, che chiede al ministro Salvini di “evitare sgomberi indiscriminati a uso e consumo dei mass media e della propaganda di partito”. Per il segretario del sindacato inquilini della Cisl “sarebbe un grave errore pensare di affrontare la questione esclusivamente dal punto delle legittime aspettative della proprietà ad ottenere il rilascio degli immobili senza aver prima messo a punto una rete di protezione per i casi di conclamata precarietà sociale. Deve essere chiaro che non si possono fare sgomberi senza soluzioni alternative chiavi in mano”.

“Non è con gli sgomberi di massa fatti sulla base di accertamenti sommari e frettolosi e senza contraddittorio – continua il segretario del Sicet Cisl – che si possono affrontare situazioni che si trascinano in alcuni casi da decenni e che sono spesso conseguenza di una diffusa marginalità sociale. Al contrario, serve ponderazione per distinguere tra gli abusi veri e propri, che vanno giustamente perseguiti, e le situazioni di disagio sociale dovute alla povertà e alla storica carenza di politiche pubbliche per la casa. Il principale limite della circolare è che manca una sede preventiva di confronto sia con le organizzazioni degli inquilini sia con gli enti locali, con il rischio concreto di scaricare proprio sui Comuni gli effetti che scaturirebbero da operazioni di sgombero non adeguatamente ponderate”.

“In più occasioni abbiamo detto che l’emergenza casa rischiava di diventare una vera polveriera sociale. Ora, con questa campagna indiscriminata – avverte Falotico – il governo si assume la responsabilità di accendere la miccia. Pertanto, abbiamo investito della questione la confederazione e chiediamo un incontro urgente al ministro Salvini per scongiurare il caos”. Il segretario del Sicet rilancia infine l’invito al ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, a “costituire una task force ministeriale per accelerare il programma di riqualificazione di circa 20 mila immobili pubblici ex Iacp con l’obiettivo di aumentare in tempi brevi l’offerta di alloggi a canone agevolato. Per risolvere l’emergenza casa – conclude Falotico – servono politiche pubbliche e risorse per dare una casa a chi oggi non ce l’ha”.

“Il Sicet – aggiunge il segretario del Sicet Cisl Piemonte, Giovanni Baratta –  non condivide la circolare del Ministero dell’interno sugli sgomberi delle case occupate perché si affronta il problema dal fondo e non dall’inizio, come il buon senso indicherebbe. L’inizio è accettare i fatti, e i fatti ci dicono che in Italia i poveri ci sono e non sono solo gli stranieri che arrivano sui barconi. Nel 2017 l’Istat ha rilevato oltre 5 milioni di cittadini in povertà assoluta. E’ del tutto evidente che queste persone/famiglie non sono in grado di comprarsi una casa o di pagarsi un affitto a prezzi di mercato, infatti la conseguenza di questo è che in Italia sono stimate 650.000 domande di famiglie con i requisiti per accedere a una casa popolare e in Piemonte sono oltre 26.000. Solo una piccola percentuale di queste famiglie riesce ad accedere a un alloggio pubblico. A Torino, ad esempio, si assegnano circa 500 alloggi all’anno a fronte di oltre 12.000 domande. Un altro fatto sono le tante case ed edifici (ex scuole, ex caserme, ex uffici, ex ospedali) vuoti da anni in tutte le nostre città. Solo prendendo i dati delle abitazioni i Piemonte quasi il 30% dei 2.786.889 di case esistenti (dati 2013) sono vuote. Se ragioniamo sugli edifici, nelle nostre città, tutti noi abbiamo presente qualche edificio vuoto da anni che nessuno usa”.

“Certo, – continua Baratta – esistono le occupazioni abusive e non va bene, Federcasa stima 49.000 alloggi popolari occupati abusivamente in Italia, per contrastarle sarebbe sufficiente “amministrare bene”, ad esempio senza fare passare tempi biblici tra il rilascio di un alloggio e una nuova assegnazione oppure intervenendo tempestivamente con lo sgombero appena si è venuti a conoscenza di una occupazione abusiva. Il Sicet si batte da anni perché questo avvenga. Queste sono le scelte da fare se si vuole dare una risposta abitativa alle famiglie povere e nel contempo combattere le occupazioni abusive”.

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