Per uscire dallo <<stallo del manifatturiero servono formazione dei lavoratori, certezza degli ammortizzatori sociali e maggior coraggio della Regione nel dare una prospettiva agli addetti del settore. Il che si traduce nel reinserimento dei lavoratori delle aziende in crisi in cassa integrazione dentro filiere e realtà imprenditoriali in crescita». Sono queste le leve per risollevare l’economia manifatturiera regionale del segretario generale della Cisl Piemonte, Luca Caretti. Che ai numeri di Banca d’Italia resta quasi impassibile.
Come mai? «Perché sono dati che confermano le nostre preoccupazioni. Non sono un fulmine a ciel sereno. Il rischio è che la tendenza non sia soltanto momentanea. A quel punto, l’intero sistema economico regionale arretrerebbe».
Qualcosa la preoccupa in particolare? «Le grandi vertenze ancora non chiuse. Soprattutto quelle di Mirafiori e dell’ex Ilva, sebbene non vadano dimenticate le pmi dove ci sono migliaia di lavoratori in difficoltà economiche. Ma anche il trasferimento dal manifatturiero al terziario, innescando così un’occupazione poco qualitativa. Serve una scossa».
Come? «Chiedendo nuove assunzioni alle aziende del territorio in salute. Come quelle dei settori dei microchip e dell’aerospazio. E insistendo sulla difesa delle professionalità del manifatturiero, rifinanziando gli ammortizzatori sociali. Lo ribadiremo al corteo per il rinnovo dei Ccnl dei metalmeccanici di domani a Torino».
L’export risulta al palo. «Sì e uno dei problemi che il Piemonte deve risolvere è la ripresa del mercato interno. La produttività regionale e nazio nale è ferma da anni. Per rilanciarla servono contratti stabili e aumenti salariali».
Torino sta perdendo il baricentro della manifattura? «Gli impatti sull’automotive si stanno facendo sentire. La provincia di Cuneo si sta sviluppando, mentre il Novarese ha vinto una partita fondamentale attraendo un grande player straniero grazie alle infrastrutture. Il blocco dei collegamenti del Frejus e del Monte Bianco hanno avuto ripercussioni sul capoluogo».
Cosa può fare di più la politica locale per la manifattura? «Mettere in campo una formazione di livello e un patto nazionale per gli ammortizzatori sociali. E la Regione Piemonte deve chiedere con maggior intensità alle imprese virtuose di prendersi in carico i lavoratori in cassa integrazione per ricollocarli e garantirgli un futuro».
(Intervista di Giovanni Turi del 19 giugno 2025)
in allegato il pdf dell’intervista