“Le condizioni della donna ai tempi del Civid-19”: l’evento online della Cisl Piemonte Orientale

lunedì 23 Novembre 2020 / Focus

Secondo il Centro antiviolenza di Vercelli la maggior parte delle donne che chiede aiuto è di origine italiana e ha una età compresa tra i 30 e i 39 anni.

“Le condizioni delle donne ai tempi del Covid-19”: questo il titolo dell’incontro online promosso oggi dal Coordinamento Politiche di Genere della Cisl Piemonte Orientale, in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che si celebra il 25 novembre. Al webinar, che ha totalizzato una settantina di collegamenti ed è stato moderato dalla professoressa Elisabetta Ronco, hanno partecipato le segretarie territoriale e regionale Cisl, Elena Ugazio e Bruna Tomasi Cont, la coordinatrice donne della Cisl P.O. Nadia Mazziero e le responsabili del Centro Antiviolenza di Vercelli, Elisabetta Forti e Paola Brovelli. Durante il seminario online sono stati trasmessi due video (entrambi realizzati da Eliana De Rossi: il primo sulle iniziative della Cisl P.O dedicate alle tematiche di genere e il secondo sulle donne impegnate nella prima linea dell’emergenza) e proposte alcune testimonianze, con la lettura di un brano di un libro e una lettera.

“Abbiamo promosso questo momento di riflessione per non abbassare la guardia sul problema della violenza contro le donne che da tempo ci vede impegnate come sindacato – ha detto la segretaria generale Cisl Piemonte Orientale Elena Ugazio, presentando l’iniziativa – ma anche per rimarcare il grande ruolo svolto dalle donne in questa fase di emergenza Covid. Il 78 per cento del personale sanitario è composto da donne, come sono in prevalenza le insegnanti nelle scuole e le addette alle pulizie negli ospedali e in altri posti di lavoro. A tutte loro va la nostra gratitudine per quello che fanno in questo momento così difficile”. L’impegno del Coordinamento Donne della Cisl P.O. è stato sottolineato dalla responsabile Nadia Mazziero che ha parlato “di nuova umanità generata dalla pandemia, di una straordinaria voglia di stare insieme e reagire con autenticità per sconfiggere l’isolamento e il distanziamento dovuti all’emergenza sanitaria”.

Partendo da un toccante messaggio, scritto da una delle tante donne che si sono rivolte al Centro antiviolenza di Vercelli: “Ciao, un anno fa ci siamo sentite al telefono per la prima volta…Grazie per avermi salvato la vita”, le responsabili del Centro, Elisabetta Forti e Paola Brovelli hanno illustrato la loro attività e la difficile condizione di tante donne che subiscono violenza. “Soprattutto nel primo periodo di lockdown (marzo-aprile) – hanno detto le responsabili del centro antiviolenza di Vercelli, Forti e Barovelli – c’è stato il silenzio assordante. Per dieci, quindici giorni il nostro telefono non ha mai squillato. Poi, man mano che si usciva dall’emergenza, sono arrivate le prime telefonate. Le donne non sono riuscite a entrare in contatto con noi soprattutto per la presenza a casa del partner. Le uniche occasioni di contatto sono state purtroppo quelle in cui si sono verificati casi molto gravi, che hanno richiesto l’intervento diretto delle forze dell’ordine o degli operatori sanitari. Dopo il mese di aprile c’è stata una emersione molto forte delle richieste di aiuto. La convivenza forzata di quei mesi spesso è sfociata in violenza. Il distanziamento imposto dalla pandemia ha reso difficile anche il nostro lavoro perché siamo state costrette a rapportarci con le vittime in video conferenza e non in presenza”.

Dal 2015 al 2020 c’è stata una crescita esponenziale di richieste di auto al Centro antiviolenza vercellese. La fascia di età più colpita è quella tra i 30 e 39 anni e nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di donne italiane.            

Per la segretaria regionale Cisl Bruna Tomasi Cont, che ha chiuso i lavori della giornata: “La CIsl Piemonte è impegnata da tempo a fare rete con tutti i soggetti istituzionali e del mondo dell’associazionismo per la realizzazione di progetti virtuosi per la tutela e la valorizzazione dei diritti delle donne. Inoltre, ha puntato sulla prevenzione, attraverso corsi di formazione, e sulla cultura, soprattutto nelle scuole, con l’obiettivo di sensibilizzare e far crescere la consapevolezza su questi temi tra le nuove generazioni”.   

Rocco Zagaria                     

 

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