Piemonte: l’industria rallenta, ma conserva il segno più

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Piemonte: l’industria rallenta, ma conserva il segno più

Nonostante il clima di incertezza, la manifattura regionale segna un aumento di produzione, fatturato e ordinativi

Nonostante l’incertezza e le difficoltà che i conflitti internazionali stanno determinando nell’economia, il clima di fiducia delle imprese manifatturiere piemontesi rimane positivo per il secondo trimestre 2022.

La variazione tendenziale della produzione industriale – secondo l’Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera di Unioncamere Piemonte – si attesta al +5,2%, in linea con il primo trimestre 2021 (+5%), ovviamente migliore rispetto allo stesso periodo del 2020 (5,7%), ma anche superiore al risultato dei primi tre mesi del 2019 (-0,4%).

“Le performance del Piemonte – commenta il presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia – sono positive, ma in rallentamento. Tutte le province e tutti i settori produttivi mettono a segno risultati positivi. Sono però molte le incertezze sul tavolo: la guerra in Ucraina, il deprezzamento dell’euro sul dollaro, l’aumento del costo delle materie prime e l’inflazione. Le prospettive sono caratterizzate da elevati rischi al ribasso quali una flessione del commercio internazionale e l’aumento dei tassi di interesse”.

La performance positiva mostrata a livello complessivo regionale nel I trimestre 2022 nasce da trend di crescita segnati in tutte le realtà provinciali.

Biella registra la crescita più elevata (+8,0%), risultato imputabile alla ripresa della produzione delle industrie del tessile e abbigliamento. Nel Verbano Cusio Ossola il rilancio produttivo si attesta al +7,1%, grazie alla filiera tessile e alla metalmeccanica. Quest’ultimo settore sostiene anche l’aumento della produzione di Novara (+6,6%).

Torino, grazie alla dinamica positiva evidenziata dai mezzi di trasporto, segna un +5,2% rispetto all’analogo periodo del 2021. Alessandria chiude il I trimestre 2022 con una variazione tendenziale positiva del 4,6%, sostenuta dal comparto chimico e da quello alimentare. Anche Asti, grazie alle bevande e alla metalmeccanica, manifesta un risultato positivo (+3,8%), seguita a breve distanza da Cuneo (+3,7%). L’aumento meno intenso nel periodo in esame appartiene a Vercelli (+3,5%).

Per le aziende manifatturiere piemontesi il principale problema determinato dalla guerra Russia-Ucraina è stato l’aumento del costo delle materie prime, seguito dalla crescita del costo dell’energia. Poco meno di un’impresa su due ha riscontrato anche difficoltà di approvvigionamento delle materie prime; decisamente meno rilevante invece l’impatto sull’export.

Tra le azioni che le aziende stanno pensando di intraprendere per far fronte a queste difficoltà le più diffuse sono la revisione dei prezzi di vendita e la ricerca di mercati di approvvigionamento alternativi.

Il fatturato totale delle imprese piemontesi registra una crescita dell’11,3% e la componente estera ha mostrato un aumento ancora più sostenuto (+15,9%).

Il buon andamento dell’attività produttiva delle imprese piemontesi è confermato anche dal grado di utilizzo degli impianti (71,5%) che si attesta sui livelli pre-pandemia, riconquistati già a fine 2021.

Per il segretario generale della Cisl Piemonte Alessio Ferraris: “L’indagine trimestrale di Unioncamere fotografa un Piemonte in discreta salute anche se il ritmo di crescita della produzione industriale fa registrare un rallentamento, passando da una media di +10,3% del 2021 al +5,2% dei primi tre mesi del 2022. Nonostante l’incertezza determinata dal conflitto in Ucraina, sono per fortuna lontani i periodi bui della pandemia”. (da Conquiste del Lavoro del 23 giugno 2022) 

Rocco Zagaria         

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