Un’altra vita ai nostri anziani: gli attivi unitari Fnp-Spi-Uilp Piemonte
Al Pacific Hotel Fortino di Torino venerdì 27 giugno si sono svolti gli attivi unitari FNP-SPI-UILP Piemonte con lo slogan “Un’altra vita ai nostri anziani. Scriviamo un manifesto di umanità”. Al centro dell’iniziativa la proposta di un nuovo modello di RSA aperte. Durante i lavori si sono susseguiti contributi e testimonianze su esperienze territoriali e di altre regioni, tra le quali quelle dei segretari generali di FNP CISL Torino e FNP CISL Piemonte Orientale Tiziana Salmistraro e Roberto Bompan. Ha concluso i lavori il segretario regionale FNP Piemonte Agostino Demichelis, erano presenti anche i segretari generali Fnp e Cisl Piemonte Alessio Ferraris e Luca Caretti.
Gli interventi sono stati coordinati la Lorenzo Cestari, segretario generale Uilp Piemonte, mentre la relazione introduttiva è stata affidata alla segretaria regionale Cgil Piemonte Graziella Rogolino, che ha proposto a nome dei tre sindacati dei pensionati una riflessione e un appello per riformare profondamente il sistema di cura degli anziani non autosufficienti, evidenziando gravi carenze emerse dopo la pandemia. In Piemonte, il numero di anziani cresce mentre i posti convenzionati nelle RSA restano insufficienti, aggravando le liste d’attesa e il peso sulle famiglie. Si richiede un aumento dei posti convenzionati, una revisione dei criteri di accreditamento e un modello di cura che includa assistenza domiciliare e soluzioni abitative innovative. Le RSA devono evolversi in centri aperti e multifunzionali, integrati col territorio. È necessario rafforzare la sanità territoriale e pianificare un nuovo modello integrato di assistenza.
Nelle conclusioni Demichelis ha riassunto le criticità emerse nell’attuale gestione delle RSA in Piemonte, aggravate dalla pandemia e da carenze strutturali e professionali: “Si evidenzia l’insufficienza dei posti convenzionati rispetto alla domanda (meno di 33.000 posti a fronte di 250.000 non autosufficienti) e la spesa insostenibile per molte famiglie. Si denuncia il mancato rispetto delle promesse contenute nella Legge 33/2023 e si richiama la necessità di tutelare il diritto alla salute. Cosa possiamo fare noi? Partire da una mappatura delle strutture in modo da favorire un approccio integrato tra RSA, cure domiciliari e territorio. Fondamentale è costruire un nuovo modello di residenzialità centrato sulla dignità della persona. Auspichiamo che con la Regione si apra un confronto sindacale serio in vista del nuovo Piano Sociosanitario”.
In allegato il documento conclusivo approvato alla fine della mattinata.
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