Pensioni: per il 2023 e per il 2024 l’età non aumenterà

martedì 28 Dicembre 2021 / Attualità
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Età e numero di contributi resteranno invariati per il biennio 2023 e 2024. Sulla Gazzetta Ufficiale del 10 novembre è stato pubblicato il decreto ministeriale 27 ottobre 2021 che certifica la diminuzione della speranza di vita pari a tre mesi. Tuttavia per espressa norma legislativa, i requisiti pensionistici non verranno portati al ribasso, pertanto restano confermati quelli oggi esistenti: per la pensione di vecchiaia sono richiesti 67 anni di età e 20 anni di contributi. Per la pensione anticipata il requisito contributivo rimane fermo fino a tutto il 2026, a seguito di una disposizione del 2019: 41 anni e dieci mesi di contributi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini con qualsiasi età, stessa cosa per i cosidetti precoci (1 anno di contributi prima del 19° anno di età) ai quali sono richiesti 41 anni di contributi a qualsiasi età. Anche i requisiti richiesti per coloro che svolgono lavori usuranti rimangono fermi fino al 2026. I requisiti finora elencati riguardano le pensioni di soggetti che hanno versato almeno un contributo prima del 1996, di conseguenza queste pensioni sono a calcolo misto (in parte retributivo, in parte contributivo). Mentre per le pensioni contributive che sono riservate a chi ha versato il primo contributo a partire dal 1996 in poi, il requisito di 67 anni di età e 20 anni di contributi non è sufficiente, per la pensione di vecchiaia, se l’importo di pensione maturato in quel momento non è pari attualmente a 690 euro al mese, mentre per la pensione anticipata, che si raggiunge con 64 anni di età e con 20 anni di contributi l’importo maturato deve essere attualmente pari a 1.289 euro lordi al mese.
Non subisce alcuna variazione l’età richiesta per l’assegno sociale che rimane confermata a 67 anni di età
Nel 2020 in Italia l’età effettiva di pensionamento è stata di 61,8 anni: 61,3 le donne e 62,3 gli uomini contro la medi dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) che è di 63,1 anni. Inoltre gli italiani percepiscono per più tempo la pensione: 22 anni gli uomini e 26 le donne a fronte della media Ocse rispettivamente di 19,5 e 23 anni.
L’invecchiamento in Italia negli anni a venire sarà rapido, ricorda sempre Ocse: nel 2050 per ogni 100 persone tra i 20 e i 64 anni ci saranno 74 ultra-65enni, uno dei rapporti più alti, faranno peggio solo il Giappone e la Corea. L’età media dei residenti in Italia nel 1990 era di 37 anni, mentre nel 2050 sarà di 53 anni ( ancora una volta solo giapponesi e coreani saranno più anziani). La popolazione in età lavorativa tra il 2020 e il 2060 diminuirà del 31% in Italia contro un meno 10% medio dell’Ocse. E’ per questi motivi che l’Organizzazione invita: “ far crescere l’occupazione resta cruciale per l’Italia”.

Angelo Vivenza

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