Al quarto viaggio di solidarietà per l’Ucraina dell’Anteas Alessandria ha partecipato anche il Presidente nazionale Loris Cavalletti

lunedì 27 Giugno 2022 / Attualità

Oltre 15 mila chilometri percorsi, quattro viaggi in totale e decine e decine di chili di materiale trasportato verso il confine ucraino. Lunedì 20 giugno si è concluso il quarto viaggio di Anteas Alessandria  verso l’Ucraina a supporto della popolazione in fuga dalla guerra. Questa volta il convoglio, composto da quattro mezzi e accompagnato dal Presidente Anteas nazionale Loris Cavalletti, è arrivato con il suo carico di medici, abiti e alimenti a Cracovia, dove è stato allestito uno dei centri di raccolta tra i più importanti della Polonia.

“Con noi c’erano anche tre profughi che hanno fatto la scelta di tornare a casa“, ha spiegato Luciano Cartolano, vicepresidente Anteas Alessandria, tra i volontari sempre presenti durante queste missioni. Si trattava di una donna del Donbass che voleva tronare dall’anziana madre e una mamma e un figlio che non avevano più notizie della loro casa nel Nord del Paese. “Non abbiamo riportato in Italia nessun ucraino. Ora molti vogliono restare in Polonia nella speranza che arrivi la notizia della fine della guerra per tornare il più presto possibile a casa e alla vita di tutti i giorni“.

Questo è stato l’ultimo viaggio prima della pausa estiva nella speranza che la guerra finisca. Il Presidente Anteas nazionale Loris Cavalletti ha potuto toccare con mano il lavoro fatto dai volontari alessandrini: “Sono rimasto molto colpito dall’organizzazione e dall’ottimo lavoro svolto dalla sezione di Alessandria nel fronteggiare la crisi umanitaria ucraina. Del resto Anteas, senza nessuno stimolo a livello nazionale, si è schierata sin da subito a fianco della popolazione ucraina in fuga dalla guerra, supportandola e aiutandola con la raccolta di generi di prima necessità e medicinali da portare nelle zone di confine e tornando a casa con un carico fatto di persone, vita e speranza. Questa guerra assurda strappa la dignità oltre che la vita: persone come noi, che non hanno più nulla se non una cieca disperazione. Molti ucraini però ora rinunciano a venire in Italia. Vogliono stare vicini ai loro cari che combattono per difendere la patria, costi quel che costi. Ed e’ quasi sempre un costo altissimo. Per questo dobbiamo gridare pace, pace pace! Tutti insieme, con forza, Per evitare altre morti insensate, altra inutile sofferenza”.

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