“Figlia di tre madri”: a Torino vanno in scena le donne Costituenti

lunedì 13 Marzo 2017 / Attualità

Lunedì 13 marzo al Polo del 900 di Torino è andato in scena lo spettacolo teatrale “Figlia di tre madri”, un’iniziativa untaria promossa da Fnp-Spi-Uilp Piemonte con il contributo del Consiglio Regionale del Piemonte e il patrocinio della Città di Torino. Lo spettacolo è un progetto di Almateatro e Terraterra, per la regia di Gabriella Bordin, che ripercorre la resistenza femminile e i diritti politici e sociali conquistati dalle donne, primo tra tutti quello di voto. La protagonista, l’attrice Elena Ruzza, accompagnata al contrabbasso da Bianca De Paolis in un continuo dialogo tra parole e musica, evoca le vite, le lotte e l’impegno di tre donne Costituenti nate a Torino: Teresa Noce, Rita Montagna e Angiola Minella.

La mattinata è stata aperta dai saluti di Nino Boeti, Vicepresidente Consiglio Regionale del Piemonte, Marco Giusta, Assessore Pari Opportunità Comune di Torino, e Giovanni Ferrero, Presidente Ismel. Dopo lo spettacolo hanno preso la parola Livia Turco, Presidente Fondazione Nilde Iotti, Marcella Filippa, Direttrice Fondazione Vera Nocentini, e Maria Trentin, Coordinatrice Donne Fnp Cisl Nazionale. La prima ha sottolineato il grande debito che abbiamo con le donne Costituenti, figure che hanno tracciato la storia, marcando la differenza del femminile rispetto alla politica. Marcella Filippa ha presentato il proprio libro “Donne a Torino nel Novecento – Un secolo di storie” come uno sguardo inedito sulla storia delle donne che nel Novecento a Torino hanno contribuito con il loro essere e il loro fare a rendere la città un luogo capace di accogliere e riconoscere il femminile come soggetto attivo.

Nelle conclusioni Maria Trentin ha detto: “Senza storia non si progetta il futuro e il nostro grande cruccio è quanto della nostra memoria riusciamo a trasmettere alle nuove generazioni. Le conquiste delle donne di cui abbiamo parlato oggi sono tutto sommato recenti e facilmente possono essere demolite. Sta a noi, al nostro impegno, salvaguardarle ogni giorno, perchè la normativa a livello legislativo ormai è buona anche sulle pari opportunità, quello che manca davvero è il rispetto, l’applicazione concreta. La parola femminismo ha perso la sua connotazione originale, diventando abusata, per me ha ancora senso, ma va adattata ai tempi moderni”. E parlando di violenza ha aggiunto: “Dobbiamo lavorare su più fronti, perchè oltre a quella contro le donne ci sono altre due forme che vanno a colpire le fragilità: il bullismo tra i giovani e la violenza sugli anziani.” L’ultima riflessioni è stata rivolta alle nuove generazioni ed è incentrata su tre parole chiave, valore, volere e volare: “Dobbiamo saper riconoscere il valore delle donne, che molto spesso sta nella loro concretezza e noi come donne dobbiamo saperci assumere le nostre responsabilità, essere consapevoli del nostro ruolo all’interno della società, senza mai perdere di vista la speranza e la necessità di immaginare il futuro”.

Stefania Uberti

 

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