La sanità territoriale: l’approfondimento della Cisl Piemonte

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Il tavolo dei relatori La sanità territoriale: l’approfondimento della Cisl Piemonte

Come si evolverà la sanità territoriale con i fondi del PNRR? Quali novità saranno introdotte e come cambierà il modo dei cittadini di rapportarsi con il Servizio Sanitario Nazionale?
Sono queste le domande che hanno guidato la riunione del Coordinamento Regionale CISL delle Politiche Sociali, tenutasi nella mattinata di giovedì 9 giugno nella sede regionale di Via Sant’Anselmo, in collaborazione con la FNP CISL Piemonte. Hanno partecipato ai lavori anche il Segretario Nazionale CISL Ignazio Ganga e il Componente del Comitato di Reggenza FNP Emilio Didonè.

Dopo l’introduzione del Segretario Regionale FNP Francescantonio Guidotti, ha preso la parola il Segretario Generale Aggiunto CISL Piemonte, Luca Caretti, tratteggiando i contenuti degli incessanti confronti con la Regione Piemonte, in particolare sui temi della sanità e della non autosufficienza.
“Dopo la fase più dura della pandemia, temi da sempre cari al Sindacato come le cure domiciliari e la sanità territoriale sono diventati patrimonio pubblico”.
Come superare le problematiche ben evidenti della futura riforma, tra cui il nodo del personale e il ruolo non sufficientemente definito dei Medici di Medicina Generale? Grazie a una forte spinta dal centro, dal livello nazionale: un modo di agire che finora è stato decisivo, con le scadenze scandite e precise imposte dai fondi del PNRR.
Un cenno, infine, al recente accordo con la Regione per la stabilizzazione dei precari della sanità: “Sono state concordate 1200 assunzioni e la proroga di diversi contratti a tempo determinato. Non è una soluzione perfetta, ma sicuramente un bel passo in avanti”. (Clicca qui per saperne di più)

Il Segretario Nazionale CISL Ignazio Ganga ha illustrato i principali contenuti della futura riforma della sanità territoriale, il cosiddetto “DM71”: “Il rischio è che i riflettori vengano accesi soltanto sulle Case di Comunità e sugli ospedali di Comunità. Due strutture decisive, è vero, ma da sole non bastano: nel Decreto si parla di centrali operative territoriali, telemedicina, di Infermieri di famiglia o comunità. Si parla di prevenzione, di assistenza domiciliare, di consultori. Tutti elementi assolutamente necessari.”
Temi ormai all’ordine del giorno per ogni sindacalista, come confermato dal Segretario, che ha ricordato come durante il Congresso Nazionale Confederale questi argomenti abbiano coinvolto moltissimi colleghi in un lungo dibattito, protrattosi fino a tarda sera.
D’altra parte, sono molti i punti che richiedono una forte attenzione del Sindacato. Partendo dal ruolo della geriatria, non menzionata nel Decreto, passando per il rischio di frammentazione e disuguaglianze tra diverse Regioni e arrivando alla necessità di rafforzamento del Fondo Sanitario Nazionale.

È seguito un breve approfondimento sull’ubicazione delle strutture previste dal Piano per il Piemonte, a cura della FNP Piemonte: è possibile visionare le mappe delle ASL nel documento in calce all’articolo.

L’intervento di Emilio Didonè, Componente del Comitato di Reggenza FNP, ha lanciato una serie di nette provocazioni. Ad esempio, il tema dell’educazione sanitaria, passaggio fondamentale per spiegare a tutti i cittadini il corretto utilizzo delle strutture che verranno costruite; poi, il problema del sistema formativo, attualmente inadatto a garantire il numero di professionisti sanitari necessario al raggiungimento degli standard previsti dal Decreto. O, ancora, la questione più temuta: i possibili tagli al Servizio Sanitario Nazionale, dopo i timidi incrementi degli ultimi anni dovuti alla necessità di fronteggiare la pandemia.
“L’attuazione del Decreto è una partita completamente in mano agli Enti Locali. Non sarà il Ministero a decidere le sorti della sanità territoriale, ma i Presidenti delle Regioni, gli Assessori, i Direttori Generali delle ASL”.

Ha concluso la mattinata un ampio dibattito, che ha visto un’accorata partecipazione e che ha evidenziato l’alto livello di interesse verso la sanità territoriale.

Paolo Arnolfo

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