Il Piemonte allarga ai rider le misure previste dall’ordinanza anti-caldo che regola le condizioni di lavoro in situazioni di esposizione diretta e prolungata al sole. Ricompresi anche i lavoratori dei settori delle cave e della logistica.
Per il segretario generale Cisl Piemonte, Luca Caretti: “L’allargamento dell’ordinanza regionale anti caldo ai rider e ai lavoratori di cave e logistica è un atto di buon senso e responsabilità che va nella direzione di ampliare le tutele e soprattutto di garantire condizioni di salute e sicurezza adeguate per tutti quei lavoratori esposti più di altri a rischi enormi per la salute. È quindi importante tutelare tutte quelle persone che svolgono attività lavorative nelle ore più calde della giornata perché la salute e l’integrità fisica dei lavoratori sono la nostra priorità. Siamo quindi soddisfatti dei due provvedimenti adottati dalla Giunta regionale in questi ultimi giorni. Ora però bisogna monitorare la situazione per garantire la piena applicazione dell’ordinanza regionale che non deve in alcun modo essere disattesa”.
Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha così motivato il provvedimento: «Un anno fa – ha dichiarato – siamo stati la prima Regione in Italia ad adottare un’ordinanza per regolare le attività in caso di esposizione al sole e alte temperature e oggi siamo i primi ad allargare l’ambito di applicazione a chi svolge consegne in città in bici o in scooter. E’ evidente che si tratta di un lavoro che per sua natura è svolto principalmente nell’orario dei pasti, e per il pranzo quindi in ore molto calde, ed è per questa ragione che all’ordinanza sono affiancate le indicazioni operative, predisposte dall’Ufficio prevenzione della Regione Piemonte, per svolgere il lavoro in sicurezza, adottando misure di riduzione del rischio. Ad esempio si suggerisce la fornitura, da parte dei datori di lavoro, di “strumenti” di protezione dal caldo quali le bottigliette di acqua e sali minerali, l’uso di abbigliamento adeguato, turni e pause all’ombra. Si tratta di un gesto di civiltà e rispetto per le persone – conclude Cirio – anche perché nella maggior parte dei casi parliamo di piattaforme multinazionali che guadagnano risorse importanti, ma non sempre hanno dimostrato di dare le giuste attenzioni e tutele ai lavoratori».