Furlan: Serve un patto sociale per rilanciare Roma

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Furlan: Serve un patto sociale per rilanciare Roma

Nessuno può dire di non avere colpe nello stato di degrado civile, sociale ed economico in cui versa Roma, la Capitale d’Italia””. E’ quanto sottolinea la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan, in un intervento sul ‘Corriere della Sera’. “”Roma è una citta’ “”spenta””, la cartina di tornasole del divario tra ricchezza e povertà oggi esistente nel nostro paese, tra vecchia opulenza e gravi problemi di emarginazione””, aggiunge la leader della Cisl. “”Roma è il simbolo più evidente del “”declino economico”” nazionale perchè nella Capitale si percepiscono meglio di ogni altro luogo il livello di stagnazione e di impoverimento del reddito nazionale, il mal governo della cosa pubblica, le conseguenze negative dei tagli agli investimenti pubblici ed alla spesa nei servizi, la fuga al nord o all’estero delle grandi e piccole aziende””.

La Segretaria della Cisl sottolinea che “”intere generazioni di giovani sono oggi senza una prospettiva, stanno progressivamente allargando la fascia di popolazione povera. Una situazione drammatica. Roma è diventata negli ultimi anni la capitale dei piccoli lavori: impieghi solo giornalieri, saltuari, nel commercio, nel terziario, nella ristorazione, nei servizi. Lavori precari, mal pagati, spesso in nero””. Da una ricerca della Cisl, solo il 10 % dei Romani vive nelle zone centrali della città, il restante 90% risiede in quartieri nati dall’abusivismo, abbandonati, dove non si fa manutenzione e sono peggiorati il livello di sicurezza, i servizi pubblici, il livello di assistenza sanitaria. “”Servirebbe – aggiunge la Furlan – un modello nuovo ed una idea d’insieme di Roma che dovrebbe vedere il Governo nazionale e le istituzioni locali lavorare insieme alle parti sociali per una nuova stagione che guardi agli interessi dei cittadini. Nessuno può farcela da solo. Occorre un “”patto sociale’ per Roma, un’alleanza per concordare interventi per la mobilità, progetti di inclusione sociale, un piano industriale per valorizzare i beni culturali e soprattutto progetti di innovazione tecnologica applicati non solo all’industria ma anche ai servizi, al terziario, alle attività commerciali””.

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