Part time verticale ciclico, la battaglia vinta dalla Fai Cisl per il diritto all’accredito integrale della contribuzione

mercoledì 14 Marzo 2018 / Industria
Part time verticale ciclico alla Ferrero di Alba
Part time verticale ciclico alla Ferrero

Secondo una stima approssimativa nel solo stabilimento Ferrero di Alba, il part time verticale ciclico riguarderebbe circa 700 lavoratori.

Contrariamente ad un’immagine negativa con la quale l’opinione pubblica dipinge l’Europa, ci sono casi in cui l’Unione Europea tutela i diritti del lavoratore: è il caso dei lavoratori che hanno avuto periodi in part time verticale ciclico, ovvero una tipologia di contratto che prevede periodi di lavoro alternati a periodi di interruzione (ad es. in un anno 7/8 mesi di lavoro seguiti da 4/5 mesi di interruzione). Per questi lavoratori la Corte Europea di Giustizia con una sentenza ha affermato che la disciplina italiana sul trattamento pensionistico è sfavorita e discriminatoria rispetto a quelle degli altri lavoratori.

Secondo la Corte, il principio di non discriminazione previsto dalla legge europea, e che l’Italia ha fatto propria, fa in modo che l’accredito dell’anzianità contributiva necessaria per l’individuazione della data relativa al diritto della pensione debba essere calcolata, per chi è a tempo parziale, come se avesse lavorato a tempo pieno. Di conseguenza devono essere prese in considerazione, in via integrale, anche periodi di non lavoro.

La FAI-CISL di Cuneo, partendo da questa sentenza ha iniziato un percorso in tempi non sospetti con alcuni lavoratori che hanno avuto periodi di lavoro in part-time verticale “ciclico”. Infatti, nei mesi scorsi la FAI CISL di Cuneo è stata la prima organizzazione  ad aver fatto ricorso all’INPS,  presso il Tribunale di Asti tramite i propri legali (Avv. Giovanni Filippi e Avv. Elia Notarangelo) per far riconoscere a tali lavoratori il diritto all’accredito integrale della contribuzione anche per il periodo di lavoro a part time ciclico, riconoscendo ai fini dell’anzianità pensionistica anche dei periodi di pausa della prestazione lavorativa.

Alcuni giorni fa è stata emessa la  sentenza n. 11/2018 del Tribunale competente di Asti  che  ha dato ragione alla nostra organizzazione.

Questo significa che i lavoratori interessati potranno vedersi accreditati i periodi non lavorati in qualità di anzianità contributiva e cioè come diritto alla maturazione dell’anzianità, utile per la pensione anticipata, ma non della loro misura (il montante contributivo) i quali versamenti dei contributi resteranno invariati e conseguenti alla prestazione lavorativa e relativi al loro versamento sulla base delle retribuzioni percepite individualmente.

Tale sentenza è molto importante in quanto parifica l’attività lavorativa dei part-time orizzontali a quelli verticali, se questa sentenza verrà confermata in eventuali gradi di giudizio successivi, o in una modifica della legge esistente, potrà avere un’enorme portata e coinvolgere molti lavoratori.

Secondo una stima approssimativa nel solo stabilimento Ferrero di Alba riguarderebbe circa 700 lavoratori.

Il consiglio che possiamo dare a tutti i lavoratori che hanno lavorato o lavorano tuttora in part time verticale ciclico è di rivolgersi alle nostre sedi sindacali per avviare le pratiche di ricorso all’INPS se mancano pochi anni dalla maturazione del diritto alla pensione, in modo da evitare di lavorare più tempo del dovuto in caso di esito positivo del ricorso. Per tutti gli altri, a cui mancano diversi anni dalla pensione, c’è più tempo a disposizione per verificare l’esito dei ricorsi analoghi e dell’esito di eventuali sentenze di secondo grado o definitive, nonché di eventuali modifiche legislative.

Ricordiamo inoltre che la Fai Cisl Cuneo di concerto con le altre sigle sindacali negli anni ’90 aveva promosso un ricorso avverso la reiezione della corresponsione dell’indennità di disoccupazione in presenza di contratto di part time verticale ciclico dovuto ad interruzioni dal lavoro programmabili o imprevedibili, sappiamo bene come finì la vertenza con una sentenza della corte di cassazione a sezioni riunite che mise fine alla controversia e diede ragione all’INPS.

La delusione delle motivazioni per la condanna furono come sempre di scetticismo e avversione verso le istituzioni, e come sempre non a favore del Sindacato che in questo caso specifico vale la pena ricordare che nel corso di questi anni ha sempre tenuto alta l’attenzione e cercato di offrire risposte non solo a livello contrattuale ma soprattutto sui diritti e le tutele riguardanti la sfera previdenziale e questa sentenza a distanza di tanti anni lo dimostra.

Ricordiamo a tutti i lavoratori che intenderanno aderire a questa iniziativa giudiziaria nei confronti dell’INPS che la nostra Federazione si farà carico di sostenere tutte le spese legali in quanto iscritti alla Fai Cisl di Cuneo e potranno essere assistiti per quanto riguarda tutta la documentazione da produrre che necessita per la vertenza.

La Segreteria FAI CISL Cuneo

Franco Ferria, Antonio Bastardi, Clara Casetta

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