Alla Saint Gobain Sekurit azienda e sindacati ai ferri corti

sabato 26 Novembre 2022 / Focus

Nello stabilimento di Savigliano (Cn) rsu e federazioni di categoria hanno indetto un’ora e mezza di sciopero per l’assenza di confronto con la direzione     

Per ricordare un’altra importante lotta sindacale nello stabilimento saviglianese della Saint Gobain Sekurit, bisogna tornare indietro di più di una dozzina d’anni, quando i lavoratori, insieme alla comunità di Savigliano (Cuneo), si opposero strenuamente alla chiusura della fabbrica. Nel maggio del 2009 andarono, insieme ad altri colleghi italiani, a protestare fin sotto la sede parigina della multinazionale. Alla fine, vinsero la battaglia e lo stabilimento rimase aperto se pur ridimensionato negli organici.

A distanza di tanti anni, le organizzazioni sindacali provinciali di Filtcem Cgil, Femca Cisl, Uiltec-Uil, insieme alla rsu aziendale composta da 6 componenti, hanno deciso di proclamare un’ora e mezza di sciopero a fine turno nei giorni 15 e 18 novembre per protestare contro la totale assenza di confronto con i vertici aziendali. L’adesione ha toccato punte del 90 per cento tra gli operai.

A Savigliano, dove lavorano 262 addetti e una trentina di somministrati, si producono sia vetri per auto sia vetri per i mezzi di trasporto (autobus, treni e trattori). Ultimamente la produzione dei vetri per auto, che interessa solo una parte della fabbrica cuneese, sta risentendo del rallentamento del mercato dovuto soprattutto alla mancanza di componenti elettronici. Per questa ragione, una parte dei dipendenti è in cassa integrazione per qualche giorno al mese. Ma che cosa ha spinto rsu e sindacati a proclamare lo sciopero?

“Purtroppo – spiega Renato Fantini, operatore della Femca Cisl provinciale – nell’ultimo anno i rapporti sindacali sono notevolmente peggiorati. In questa azienda abbiamo sempre avuto delle buone relazioni sindacali, improntate al dialogo e al confronto. Da qualche tempo, però, la rsu non viene informata e ci troviamo sistematicamente di fronte al fatto compiuto. Il vertice aziendale sta scivolando verso una deriva autoritaria che non fa bene a nessuno”.

Eppure, l’azienda non sembra avere particolari problemi. Anzi, ha avviato all’interno dello stabilimento saviglianese, che è uno dei fiori all’occhiello della multinazionale francese nel nostro paese, importanti investimenti. La Saint Gobain è in Italia dal 1889, conta attualmente 2100 dipendenti in diversi siti produttivi, e dichiara un fatturato 2021 di 860 milioni di euro. Nel corso degli anni, attraverso i suoi marchi, ha sviluppato nuove generazioni di materiali e diversificato la propria produzione.

“Subito dopo lo sciopero dei giorni scorsi – osserva il segretario generale della Femca Cisl Cuneo, Aldo Pellegrino – abbiamo chiesto un incontro ufficiale all’azienda che dovrebbe concretizzarsi entro la metà di dicembre all’Unione Industriale di Cuneo. Ci auguriamo che la direzione cambi atteggiamento e che scelga, come ha sempre fatto in tutti questi anni, la via del dialogo con il sindacato”.

Il malessere che serpeggia in fabbrica sta però toccando il livello di guardia. Già ad aprile di quest’anno i sindacati avevano scritto alla direzione dello stabilimento per segnalare la mancanza di confronto e il peggioramento del clima aziendale, con rapporti tesi e poco rispettosi tra alcuni responsabili aziendali e le maestranze. A giugno era seguita un’altra comunicazione sempre a firma dei sindacati, ma dalla direzione non è mai giunta risposta.

“Chiediamo alla Saint Gobain, che è un’azienda storica di questa provincia, – sottolinea il segretario generale della Cisl Cuneo, Enrico Solavagione – di ristabilire al più presto il confronto con la rsu e le federazioni di categoria – per favorire corrette e costruttive relazioni industriali tra le parti” (Da Conquiste del Lavoro del 26 novembre 2022).

Rocco Zagaria                 

    

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