Rientrato lo stato di agitazione alla Comdata di Asti e Torino, ok alla disintallazione di strumenti per il controllo delle pause dei dipendenti

giovedì 27 Luglio 2017 / Attualità
Comdata Asti Fistel Cisl Sciopero
La protesta unitaria dei Sindacati alla Comdata di Asti: "Non possiamo accettare provvedimenti assunti in modo unilaterale dall'azienda, come l'introduzione di un timer per le pause".

“Dopo settimane di mobilitazione, incluse assemblee e proclamazioni di stato di agitazione, nonché a pochi giorni da un minacciato sciopero di 8 ore coincidente nelle diverse sedi di Comdata, apprezziamo la scelta ponderata dall’Azienda dopo una lunga trattativa, di disinstallare progressivamente dalle postazioni delle sedi di Asti e Torino l’applicativo count-down pause, che rischiava di trasformare il diritto alla pausa in uno strumento di controllo, pressione psicologica e stress.”
Lo afferma la segreteria della Fistel Cisl Piemonte (federazione che rappresenta il settore delle telecomunicazioni), insieme a Slc Cgil e Uilcom Uil, al termine dell’assemblea organizzata ieri  presso la sede astigiana della Comdata, che conta 650 dipendenti, la più grande azienda privata presente ad Asti, azienda leader nel settore dei servizi ai clienti e del call-center, 7 mila dipendenti, divisi in su 15 sedi su tutto il territorio nazionale, attiva anche nelle sedi di Torino e Ivrea.

Il count-down pause, spiegano i sindacalisti,  si sarebbe aggiunto a tutti gli strumenti di organizzazione del lavoro in mano all’Azienda: questo sistema avrebbe portato al blocco del PC del lavoratore che tardasse, per qualunque motivo, anche di pochi secondi, il ritorno dalla pausa da attività di videoterminale, registrando pertanto con uno strumento a distanza il ritardo, e obbligando il lavoratore a rivolgersi al proprio superiore gerarchico per lo sblocco del PC.
Le organizzazioni sindacali, già a inizio anno, avevano scioperato per puntare i riflettori su alcuni “nodi” che interessano molto da vicino la qualità del lavoro di lavoratrici e lavoratori e, di conseguenza, la qualità dei servizi forniti all’utenza: “Chiediamo di incrementare i salari in modo certo e definito, di scongiurare ulteriori delocalizzazioni, respingere l’attacco ai diritti su orari, part time, flessibilità, scatti di anzianità – hanno rimarcato più volte i sindacati – vogliamo essere il settore al centro dell’innovazione, della qualità e dello sviluppo, non di salari e diritti low cost“.

Ringraziamo i lavoratori per l’appoggio convinto dato alle RSU e alle Organizzazioni sindacali“, sottolineano i responsabili di Fistel regionale.  “Diamo atto a Comdata di aver compreso la determinazione dei lavoratori nel mobilitarsi per respingere uno strumento che avrebbe reso opprimente lo svolgimento del rapporto di lavoro, e invitiamo l’Azienda a riflettere su applicativi simili, suggerendo di tornare per il futuro alle buone prassi di Settore, che prevedono il confronto preventivo su ciò che va ad incidere sul tema dell’organizzazione del lavoro in un settore complesso e delicato come quello dei call center”.

 

 

 

 

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