Amag Ambiente, Francesco Tutone: “Situazione insostenibile. Vogliamo risposte concrete”
La situazione di Amag Ambiente, azienda al 100% a capitale pubblico di Alessandria, si sta facendo sempre più critica. A delineare un quadro complesso e problematico è Francesco Tutone, segretario della Fit Cisl Piemonte,
“Amag Ambiente conta 151 dipendenti ed è un’azienda interamente pubblica,” ha esordito Tutone. “Il Comune di Alessandria è il principale azionista, ma ci sono anche sei comuni della provincia che detengono quote minoritarie. Nel 2023, abbiamo attivato le procedure presso la prefettura perché l’azienda non aveva pagato il premio di risultato ai lavoratori, e in più aveva esternalizzato attività fondamentali, come la raccolta rifiuti, affidandole a cooperative esterne.”
Tutone ha spiegato come già nel 2023 i sindacati Cgil, Cisl, Uil e il sindacato autonomo Fiabe, avessero richiesto un incontro con l’azienda per discutere queste problematiche. “In quell’occasione, l’amministrazione comunale di Alessandria, rappresentata dal vicesindaco e dall’assessore alle partecipate, aveva partecipato all’incontro. Si era deciso di istituire un tavolo permanente per discutere qualsiasi novità significativa, ma quel tavolo non è mai stato convocato. L’azienda ha continuato per la sua strada, senza coinvolgere le organizzazioni sindacali.”
Un aspetto che ha ulteriormente esasperato la tensione è stato il comportamento di una cooperativa esterna, la Proteo. “Dopo tre mesi di collaborazione, Amag Ambiente ha mandato via la cooperativa Proteo perché risultava inadempiente. Questo dimostra che avevamo ragione quando contestavamo quelle esternalizzazioni,” ha commentato Tutone.
Oltre a queste difficoltà, Tutone ha sottolineato l’ingiustizia del mancato pagamento del premio di risultato ai dipendenti di Amag Ambiente. “Le altre società della holding hanno pagato il premio, ma Amag Ambiente no. Questo crea una disparità inaccettabile tra i lavoratori della stessa holding,” ha dichiarato. “L’azienda ci ha risposto che non ci sono soldi, ma se si regalano fondi alle cooperative per esternalizzazioni inutili, è chiaro che i soldi finiscono.”
La situazione è peggiorata ulteriormente quando, due settimane fa, Amag Ambiente ha esternalizzato altre attività, come lo spazzamento stradale e la gestione dei rifiuti abbandonati fuori dai cassonetti, affidandole alla cooperativa Frassati. “Anche in questo caso, non ci è stata data alcuna informazione preventiva,” ha sottolineato il segretario della Fit Cisl. “Abbiamo scoperto che le cooperative già lavoravano quando i lavoratori hanno visto il personale esterno all’opera.”
Alla luce di queste continue problematiche, i sindacati hanno deciso di proclamare una giornata di sciopero. “I lavoratori di Amag Ambiente operano con mezzi obsoleti,” ha spiegato Tutone. “Alcuni ci hanno persino raccontato di aver trovato topi nei veicoli aziendali la mattina. Questa è la situazione in cui ci troviamo.”
L’episodio che ha spinto i sindacati ad agire con maggiore fermezza è stato un incontro mancato con il sindaco di Alessandria, programmato per il 26 settembre. “Il sindaco aveva imposto perentoriamente quella data, ma poi non si è presentato, mandando l’assessore Giorgio Laguzzi che non aveva potere decisionale,” ha detto Tutone. “Vogliamo risposte concrete, soprattutto perché Amag Ambiente non ha più un contratto di servizio con la città dal dicembre 2022. Il consorzio alessandrino ha fatto un affidamento temporaneo, ma l’Agcm lo ha ritenuto illegittimo perché il consorzio possiede il 20% di Amag. Non può essere contemporaneamente controllore e controllato.”
Le soluzioni prospettate, secondo Tutone, sembravano limitarsi a due strade: un affidamento diretto ad Amag o una gara a doppio oggetto per trovare un partner privato. Tuttavia, di recente è emersa un’ulteriore proposta da parte dell’amministrazione comunale. “L’assessore che abbiamo incontrato ci ha detto che si sta valutando la possibilità di vendere la rete gas di Amag, per ottenere circa 12 milioni di euro, che sarebbero reinvestiti in Amag Ambiente,” ha dichiarato Tutone. “Ma solo un anno fa ci era stato detto che l’unica soluzione possibile era la gara a doppio oggetto. Abbiamo investito in consulenze e studi legali, e ora ci dicono che forse non è più necessario. E intanto non ci sono soldi per pagare il premio ai lavoratori.”
La frustrazione dei sindacati è palpabile, soprattutto considerando che lo sciopero ha visto un’adesione superiore al 90%. “Le relazioni sindacali con l’azienda sono insoddisfacenti sotto ogni punto di vista,” ha concluso Tutone. “La settimana prima dello sciopero, il presidente di Amag Ambiente ha convocato i lavoratori, ma solo tre persone si sono presentate. È stata una chiara dimostrazione della compattezza dei lavoratori e della loro determinazione nel difendere i propri diritti.”
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