L’ Università di Asti consegna alla collettività il Piano strategico di sviluppo dell’Astigiano

venerdì 6 Agosto 2021 / Focus

Un dossier con 70 pagine di proposte, tabelle e grafici: è il Pianohttps://www.cislpiemonte.it/alessandria-asti/ Strategico di sviluppo dell’Astigiano redatto dal professor Giulio Mondini (direttore del Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio che fa capo all’Università e al Politecnico di Torino), presentato da Astiss nel polo di piazza De André e in collegamento video.

«Dopo mesi di incontri e dibattiti fra le istituzioni del territorio – commenta il sindaco Maurizio Rasero – Astiss consegna alla collettività il Piano strategico di sviluppo dell’Astigiano, sul quale lavorare ed elaborare i progetti di rilancio per il prossimo decennio».

«Un documento condiviso e modificato tenendo conto dei suggerimenti e proposte provenienti da tutti – aggiunge Mario Sacco, presidente Astiss – che servirà come modello di riferimento per la progettazione europea e regionale dei prossimi anni. Ringrazio il professor Mondini per il lavoro svolto in sinergia con il presidente del comitato tecnico scientifico Astiss, Giorgio Calabrese che ha istituito i tavoli tematici con le linee strategiche del piano».

A Giulio Mondini il compito di illustrare i risultati dell’analisi di punti di forza e debolezze sugli ambiti ritenuti importanti per uno sviluppo sostenibile dell’astigiano: trasporti, sanità, filiera enologica ed enomeccanica, transizione ecologica, sistema culturale e digitalizzazione. Cinque ambiti analizzati dai cinque tavoli istituiti in università. «Il piano strategico per lo sviluppo dell’Astigiano – precisa Mondini – è l’occasione per costruire una strategia vincente per promuovere uno sviluppo attento ai valori, alle pressioni, alle opportunità e alle criticità. Il piano si inserisce nelle iniziative stimolate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e dal documento Piemonte Cuore d’Europa (2021/2027) che intendono portare avanti varie sfide».

Fra queste, come sottolineato da Mondini, «migliorare la resilienza e la capacità di ripresa dell’Italia, ridurre l’impatto sociale ed economico della crisi pandemica, sostenere la transizione verde e quella digitale, innalzare il potenziale di crescita dell’economia e della creazione di occupazione».

Nelle settanta pagine del dossier, tra infrastrutture e servizi di pubblica utilità, indicazioni sul potenziamento della sanità territoriale, dei trasporti, della logistica, dell’industria manifatturiera, delle infrastrutture digitali, delle offerte e opportunità in ambito culturale e turistico (con benefici diretti alle economie locali), oltre all’attenzione su ambiente e sostenibilità.

Al successivo dibattito hanno partecipato docenti, rappresentanti di associazioni e organizzazioni, sindacalisti. Tra gli altri: Luigi Visconti, Vincenzo Gerbi, Enrico Ercole, Luca Quagliotti, Fabio Musso, Stefano Calella, Francesca Ragusa, Giuseppe Rattazzo, Marta Bottero, Simone Nosenzo, Paolo Lanfranco, Piercarlo Grimaldi, Raffaele Audino, Riccardo Ruscalla, Roberta Favrin, Silvio Tealdi, Renato Morra, Vanessa Assumma, Andrea Morra, Armando Meschia, Arnaldo Agresta, Confagricoltura, Enrico Berruti, Federico Bianco, Fulvia Graziano, Giulia Datola, Daniela Effe, Diego Furia. A settembre la prossima convocazione del tavolo……..(articolo di Valentina Fassio tratto da “la Stampa” pagina di Asti – 5 agosto 2021)

Su questa importante iniziativa legata al piano di sviluppo, la Segreteria della CISL ALESSANDRIA Asti esprime: “soddisfazione  per il metodo concertativo e di coesione che ci ha visti impegnati come sindacato unitario nella formulazione di proposte utili al territorio. Mai come adesso si è sviluppato un coinvolgimento ampio e democratico tra le istituzioni ed un numero importante di soggetti economici e sociali rappresentativi nel territorio. L’università di Asti ha avuto un ruolo di sintesi e regia eccezionale confrontandosi con il territorio attraverso il tavolo di sviluppo, facendo analisi e costruendo percorsi utili. Il lavoro non finisce e questa tappa sancisce un modello di dialogo sociale ed istituzionale irreversibile. La politica dovrà tenere in considerazione questa spinta propulsiva che arriva dalla base e dalla società civile”

 

 

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